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“SCIENZA RITEGNO” DI ANTONIO PILATO – RECENSIONE

written by Ilaria Damiani Febbraio 6, 2023
Scienza Ritegno - Pilato - Copertina

Bentrovati amici lettori. Oggi parliamo di Scienza ritegno, una novella weird di Antonio Pilato.

Nato a Ravenna nel marzo del 1990, Antonio Pilato è uno psicopedagogista e scrittore. Il suo obiettivo è quello di diffondere in tutto il Paese la letteratura weird e il culto dello “strano”.

Nel 2020 ha pubblicato la raccolta di racconti Incubi grotteschi di esiliati sognatori, di cui trovate la nostra recensione a questo link.

Scienza ritegno vede invece la luce nel 2021. Entrambe le opere sono pubblicate da Mario Vallone Editore.

“È vano credere alla remota possibilità che esistano soltanto canali sensoriali per accorgersi dell’effettiva presenza di chi si cela nell’ombra”

La storia inizia con quello che sembra un banale ritrovamento: Zacarias Carrasco, anonimo uomo che lavora in fabbrica, trova per caso nella biblioteca di Alma un libro da un titolo alquanto bizzarro Kopèo vittima di Phóbos. L’osservazione deturpata dalla paura.

È proprio da questo evento che ha inizio una danza di ossessione, un turbine che colpisce il protagonista: chi ha scritto il libro? Perché è anonimo? Come finisce la storia?

“Neppure l’alba ebbe il potere di portarmi un po’ di sollievo, probabilmente perché tutte le mie energie erano già state spese durante la notte insonne, in un’investigazione astratta, e forse compulsiva, che non mi aveva condotto ad alcun risultato”

Scienza ritegno si apre con una prefazione scritta da Michele Caricola: abile regista e scrittore che illumina il lettore sulle origini dell’orrore e su Lovecraft, suo indiscutibile maestro. Illustra quanto il fascino dell’occulto penetri nella nostra quotidianità e si incastri nella vita di tutti i giorni.

A causa di una semplice lettura, Zacarias affronterà un cambiamento radicale, non solo nel pensiero ma anche di comportamento.

È un racconto che parla di paura e ossessione, che dimostra quanto sia facile scivolare nella follia e incappare in conseguenze disastrose, anche solo attraverso un gesto banale.

Il libro procede senza mai perdere il gusto del paranormale, nascosto sotto la superficie della realtà, e si conclude con un colpo di scena perfettamente adatto alla storia.

Lungo l’intera novella sono disseminati elementi grotteschi e macabri che generano nel lettore un costante senso di inquietudine: macchine industriali di metallo, cani dal manto nero, manieri avvolti dalla nebbia…

Ciò che colpisce di più è anche la sinistra caratterizzazione di Zacarias Carrasco che, fin dal principio, ci viene mostrato come un uomo solo, affetto da scoptofobia: una malattia psichica che lo spinge a credere di essere costantemente osservato.

“Il silenzio, rotto in maniera incostante da ignari bisbigli dei lettori, mi creava spesso sintomi di irrequietezza: quel sommesso vociare mi ricordava, infatti, il continuo masticare di una qualche creatura chimerica, il ruminante suono prodotto da tante bocche aliene”

L’utilizzo della prima persona al tempo passato aiuta a entrare nella psicologia alquanto complessa e studiata del personaggio.

Ogni capitolo inizia con una lettera dell’alfabeto greco, singolare scelta che rimanda al campo semantico del tomo che Zacarias trova in biblioteca.

Anche il lessico è accurato, Antonio Pilato dimostra di avere scelto con attenzione ogni singolo termine nel testo, trasformandolo in quello stile ricercato e quasi tecnico che spesso ritroviamo nei libri dei maestri dell’occulto.

Scienza ritegno rimanda infatti alle novelle di Lovecraft e al fascino dell’occulto di Poe, strizzando l’occhio a film come Shutter Island dove il protagonista, come Zacarias, viene fagocitato dagli eventi e ne viene ossessionato.
È, insomma, una storia perfetta per chi voglia provare un brivido freddo e per chi voglia trovarsi catapultato in un mondo tanto tetro quanto fin troppo reale. La follia si annida infatti nella mente umana ed è sempre pronta ad azzannarci e inghiottirci, trascinandoci in un’oscurità senza nome. “Le debbo rammentare un concetto fondamentale […] se non si possiede uno specchio, non è detto che non si possieda un volto.”

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