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“IL TERZO GRIMM” DI LUIGI BARNABA FRIGOLI – RECENSIONE

written by Arianna Giancola Maggio 6, 2024

Bentrovati, amici del Fantasy!

Oggi vi portiamo in un viaggio oscuro ed esaltante grazie a un romanzo davvero unico nel suo genere. Stiamo parlando di Il terzo Grimm, dark-horror fantasy young adult di Luigi Barnaba Frigoli, pubblicato da Rizzoli.

Frigoli (Milano, classe 1978) è un giornalista.
Dopo l’esordio nel 2013 con la trilogia di romanzi storici La saga dei Visconti (La Vipera e il Diavolo, Maledetta Serpe e Il morso del basilisco, editi da Meravigli edizioni), nel 2022 ha pubblicato per Rizzoli Guerriera – L’incredibile storia di Bona Lombardi. Finalista al Premio Amalago 2024, nel 2018 ha vinto il Premio internazionale Lago Gerundo per il miglior romanzo storico.

Studioso di Medioevo – in particolare di leggende, folklore e della dinastia Visconti – è anche autore di saggi, pubblicati sull’Archivio Storico Lombardo e sulla rivista Studi di Storia Medioevale e di Diplomatica dell’Università degli Studi di Milano e autore di una serie di podcast, disponibili su Spotify e dedicati alle figure femminili del Medioevo lombardo.

Sapevate che è esistito davvero un terzo Grimm? La figura tormentata di Ferdinand, fratello minore (ma non meno talentuoso) dei più famosi Wilhelm e Jacob, ha catturato la fantasia di Frigoli. L’autore ci regala, quindi, un’opera complessa, un po’ biografia un po’ avventura horror-fantastica, basata sulla vita di Ferdinand Philipp, omosessuale dichiarato e, dunque, pecora nera della famiglia.

La narrazione segue il giovane Ferdinand, “scialacquatore e scansafatiche”, nel suo tentativo di raggiungere la fama dei fratelli maggiori con una propria raccolta di fiabe. Il suo desiderio di emergere e di affermarsi è tale che sarà disposto a tutto per raccogliere nuove storie, anche a inoltrarsi nella Mattanza, regno del crimine e della perdizione, e a scoprire cosa si cela nella vera oscurità.

Frigoli infittisce le ombre delle fiabe, crea atmosfere cupe, inquietanti come il bosco di notte; contrappone al fervore della gioventù l’ossessione di cui solo i giovani sono capaci, porta all’estremo i sentimenti fino a distorcerli.

Con un’abilità davvero sorprendente, trascina letteralmente il lettore nel suo mondo, suscitando inquietudine e un’ansia sottile.

L’autore gioca con il chiaroscuro anche con i suoi personaggi che sono dei veri, piccoli capolavori.

A partire dal protagonista, infatti, ci ritroviamo davanti a contrasti a tratti sconcertanti. Non ci sono alti ideali, per Ferdinand, non c’è redenzione. Il suo viaggio dell’eroe si trasforma in una lenta caduta. Come un neonato, il terzo Grimm non sembra avere concezione del giusto e dello sbagliato. È guidato dal bisogno di appagare i propri desideri e, per raggiungere il proprio obiettivo, non esita a manipolare anche coloro che più lo amano.

Il suo rapporto con i suoi migliori amici, Dalia e Peter, è allo stesso tempo innocente e colpevole. Ferdinand prova tenerezza, nei loro confronti, forse amore. Eppure, si tratta di sentimenti viziati, elementi indispensabili alla realizzazione della sua visione di felicità che, però, non tiene conto della loro interiorità. Ferdinand li desidera entrambi e, dunque, forte dell’attrazione che sa di suscitare su di loro, li trascina con sé verso la rovina.

L’impressione suscitata nel lettore è tanto più forte in quanto i due amici sono forse l’unico elemento realmente innocente dell’intera storia. Dalia e Peter sono infatti gli unici personaggi che vivono e subiscono il male senza, tuttavia, esserne parte. Peter in particolare riesce a suscitare empatia. “Sbagliato”, per una realtà che lo giudica e lo costringe a sentirsi colpevole, pagherà il prezzo più alto per il suo amore. E, tuttavia, sarà la sorella a subire un destino ancora peggiore.

Frigoli, tuttavia, si spinge anche oltre. Non ancora soddisfatto, riveste infatti la sua storia con strati di mistero, oscurità su oscurità, dubbi che generano altri dubbi e nuove domande creando qualcosa di unico e affascinante.

Non approfondiamo oltre questa parte per evitare spoiler che potrebbero rovinare la lettura, ma ci limitiamo a dire che questo romanzo riuscirà a tenervi con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.

Lo stile è impeccabile e altrattanto originale.
Ricercato, un po’ barocco, ma mai magniloquente né forzato; rimanda a storie di altri tempi senza, però, quell’effetto finto-aulico che si ritrova spesso nei testi. Pagina dopo pagina, l’autore riesce a mantenere una leggerezza e un ritmo insospettabili che coinvolgono ed avvincono dall’inizio alla fine.

Tuttavia, c’è anche un altro elemento che rende realmente unico questo romanzo: si tratta infatti di un vero e proprio esperimento letterario.

Parti di questo testo, infatti, sono state realizzate dialogando con Chat gpt.

“Il libro che avete tra le mani NON è stato scritto dall’intelligenza artificiale. E nemmeno CON l’intelligenza artificiale. Questo libro è stato scritto provando a dialogare con l’IA. […]” 

Nel clima odierno, in cui la diatriba sull’utilizzo dell’A.I. nell’arte è più viva che mai, il chiarimento dell’autore è sicuramente necessario. La scelta di sperimentare in questo campo, però, non può non stuzzicare l’interesse e la nota di Frigoli al termine del romanzo, nella quale spiega come e perché abbia deciso di portare avanti questa sfida, accende una nuova prospettiva su alcuni passi dell’opera.

Vi invitamo dunque a sperimentare con lui, certi che Il Terzo Grimm sarà una lettura stimolante e piacevole, in grado di affascinare sia i lettori curiosi che quelli più scanzonati.

Fateci sapere cosa ne pensate!

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