Home Recensioni “SOLDATI DI VENTURA. GHERART DI KERON. STREGHE” DI GILBERT V. MARTIN – RECENSIONE

“SOLDATI DI VENTURA. GHERART DI KERON. STREGHE” DI GILBERT V. MARTIN – RECENSIONE

written by Ilaria Damiani Ottobre 14, 2024
Soldati di ventura - Streghe - Martin - Copertina

Gilbert V. Martin è un ingegnere che ama l’avventura.

Accanito di libri fantasy, giochi di ruolo e fantascienza, ha visitato il mondo e vissuto avventure a bordo di elicotteri e zattere, cavalcato elefanti e cammelli e nuotato in colorati mari tropicali. È grazie ai suoi viaggi che ha imparato a sognare.

Gestisce una pagina web dedicata ai suoi racconti: gilbertvmartin.it.

Il suo romanzo di esordio La formazione di un mago (2022) ha aperto la strada alla trilogia L’origine del male, conclusa ad aprile 2024 (potete trovare la nostra recensione all’ultimo volume della saga a questo link).

Soldati di ventura è invece una nuova saga, in cui vengono esplorati nuovi personaggi e nuove avventure. Il primo libro Gherart di Keron è uscito a luglio 2024. È seguito da Leto del Mark e da Fla lama di sangue.
In questa nuova avventura fantastica, Gherart di Keron, un audace guerriero, verrà messo alla prova da forze del male.
Aiutato da un singolare gruppo di mercenari, dovrà condurre un sottoposto del vescovo presso un monastero nella foresta. Ma niente è come sembra e intrecci oscuri serpeggiano tra gli alberi. Il loro viaggio li condurrà verso un temibile nemico origine di sinistre leggende: le streghe.

“Vagavano verso Nord già da qualche giorno, ciondolando stanchi sui cavalli. Un gruppo di quattro soldati sudati che, dalla varietà dell’abbigliamento e degli armamenti, si intuiva essere di ventura. Quattro mercenari al soldo del maggior offerente. Soldo che probabilmente non arrivava da parecchio tempo, data la trascuratezza in cui il gruppo versava”.

Streghe è il primo volume della seconda saga di Gilbert V. Martin: una serie di racconti in cui sono narrate le avventure e le disavventure di personaggi indimenticabili, immersi in un nuovo mondo fantasy.
In Streghe il focus si concentra sul guerriero Gherart di Keron e sui curiosi membri della sua banda: Diana, impavida combattente; Skizzo, un giovanotto capace di maneggiare coltelli e scassinare serrature e Orso, un simpatico ed enorme uomo che non abbandona mai la sua ascia bipenne.
Fin dalle prime pagine il lettore si ritroverà a sorridere davanti a questa singolare compagnia di mercenari: avventurieri senza soldi che ricevono un ingaggio da parte del vescovo.

Da una semplice quest, una missione senza apparenti difficoltà, l’autore ha saputo incastrare una serie di avventure, senza mai perdere quella vena ironica che accompagna i protagonisti.

“Le megere non si muovevano né davano segni di ostilità. Ghert con il pugno della mano alzato per tenere fermi gli uomini, valutava la situazione. Le streghe non sembravano avere intenzioni ostili.”

Le streghe sono figure del folklore che ci affascinano da secoli e il modo in cui Gilbert V. Martin le descrive è originale e unico.

Scopriamo infatti che non si tratta delle vecchie megere descritte nelle fiabe per bambini, ma di donne forti che rischiano di perdere la loro libertà proprio a causa della magia nera.

L’autore ci apre la porta su di un nuovo regno, dettagliato e dal gusto medievale e fantastico. Ricorda la penna sapiente di Sapkowski, con i suoi guerrieri dalle molte sfaccettature, incantesimi oscuri e le immancabili partite a dadi.

Il mondo descritto dall’autore, così come quello della precedente saga L’origine del male, è accogliente e familiare, con tutti gli elementi del genere fantasy che ci fanno sentire a casa: capanne confortevoli, villaggi vivaci, foreste oscure.

“La Foresta Morta si presentava come un muro compatto di alberi e foglie. C’era da chiedersi come fosse possibile accedere all’interno con dei cavalli e soprattutto con un carro”

Rispetto al suo romanzo di esordio, l’autore ha dimostrato una crescita nello stile di scrittura. Durante la lettura si sente un po’ la necessità di avvalersi di qualche flashback, invece che delle narrazioni in cui sono i personaggi stessi a descrivere il loro passato. Ciononostante, Martin ha saputo sviluppare uno stile proprio rendendo la lettura piacevole e ben scorrevole.

I personaggi sono così ben costruiti da ricordarci vecchi amici, con cui sediamo al tavolo di una taverna a sorseggiare idromele mentre ascoltiamo le loro (dis)avventure.

È una storia perfetta per chi ama i giochi di ruolo, la saga di Geralt di Rivia e quella di Shannara di Terry Brooks.

Ciò che sembra sacro nasconde un altro volto. Streghe, non morti, negromanzia: elementi che tracciano una vena gotica pur mantenendo l’impronta fantasy e senza tralasciare neppure l’amore.

Streghe è un intrigante capitolo di una nuova avventura che ogni amante del genere fantastico non può lasciarsi scappare.

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