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“VI RACCONTO UNA STORIA” – INTERVISTA A MARIA TERESA DORMIO

written by Arianna Giancola Settembre 23, 2024
M.T.Dormio - Intervista - Copertina

Una piccola premessa

Qualche giorno fa, girovagando per Facebook tra i nostri gruppi preferiti, scopriamo il post di una giovane insegnate. Si tratta di Maria Teresa Dormio, insegnante di scuola elementare che ogni anno legge qualche libro ai suoi alunni. E quest’anno si è cimentata in un’impresa a dir poco leggendaria: scrivere una riduzione per l’infanzia di Il Signore degli Anelli, il capolavoro di J.R.R. Tolkien.

Non potevamo certo lasciare sotto silenzio una notizia simile, quindi siamo andati a intervistarla.

Parlaci un po’ di te.

Sono un’insegnante di scuola primaria di 49 anni, con una famiglia: un marito, due figli. Siamo una famiglia normalissima e io sono un’insegnante normalissima. Sono di Genova; quando sono entrata di ruolo ho insegnato a Torino per cinque anni e poi sono tornata qua. Ora insegno nella scuola dove sono andata da bambina.

Come nasce l’idea di realizzare una versione “ridotta” dell’opera più importante di Tolkien?

Tutti gli anni leggo ai bambini almeno un paio di libri di letteratura per l’infanzia. Alla fine dello scorso anno scolastico, quindi eravamo in quarta, i bambini mi hanno chiesto “Cosa leggeremo l’anno prossimo?” e io ho risposto che avremmo fatto il fantasy e che pensavo a Lo Hobbit. A quel punto un bambino mi ha chiesto perché non avessi pensato a Il Signore degli Anelli. Ovviamente, il problema era che è eccessivamente lungo e impegnativo per dei bambini di quell’età. In ogni caso, ho promesso loro che se avessi trovato una versione un po’ ridotta, un po’ riassunta, ci avrei pensato. Invece, ho cercato nelle librerie e online ma non ho trovato nulla che corrispondesse alla mia idea. Quindi, ho preso il libro e ho pensato “vediamo se è fattibile”. Ho aperto un quadernone e mi sono messa al lavoro.

Non ti ha spaventata l’idea di approcciarti a un’opera di tale importanza? (Anche parlando di dimensioni)

Diciamo che ho cominciato un po’ alla volta e sono partita con il prologo.  D’altra parte, anche quel famoso viaggio di mille chilometri inizia con i primi passi. E poi, in realtà, sono stata soggiogata dal potere dell’anello: a un certo punto, volevo solo fare quello. Desideravo tornare a casa e dedicarmi solo a quello che a casa hanno iniziato a chiamare IL Riassunto.

Come si è svolto il lavoro?

Ho iniziato il 6 maggio e concluso il 18 luglio all’1:27 di notte. Anche perché lavoravo principalmente di sera e di notte. Anche qualche pomeriggio eh, ma era soprattutto la sera. Certe velte mi si incrociavano un po’ gli occhi, però dovevo assolutamente arrivare alla fine del capitolo. Non potevo andare a dormire se non finivo: ero incatenata all’Anello.

Come hai stabilito cosa tenere e cosa tralasciare?

In alcuni casi è stato davvero difficile: ci sono capitoli che mi hanno richiesto anche tre ore di ragionamento. Anche perché l’obiettivo era quello di mantenere la bellezza della scrittura, delle descrizioni, dei dialoghi… volevo che risultasse avvincente e coinvolgente come lo è l’opera originale. E in questo mi ha aiutata molto aver visto i film tipo… quindici volte! Mi ha aiutata perché mi ha permesso di tenere a mente quali fossero i particolari imprescindibili. Io ho adorato i film (tanto che da ragazza, dopo aver visto il primo, avevo deciso che da grande avrei fatto l’elfo…) e devo dire che in questo progetto mi sono stati utilissimi. Ma, naturalmente, il libro è un’altra cosa.  

So che hai annunciato la notizia ai tuoi bambini proprio in questi giorni: come hanno reagito?

La reazione è stata: “Tu sei pazza”.

In realtà, gli ho ricordato quello che avevamo detto l’anno prima e mi hanno chiesto se l’avessi trovato. Quando gli ho risposto che non avevo trovato una versione ridotta, mi hanno guardato e hanno detto: “L’hai fatto tu!”. E da lì il commento “Tu sei pazza”.

Ora sanno che per tutto l’anno, quando ci vedremo, cominceremo le lezioni con dieci minuti di lettura, perché poi leggeremo un capitolo al giorno e per come gli ho riassunti, sì, sono circa dieci minuti di lettura.

Quale ritieni sia il “segreto” affinché i bambini possano imparare ad amare la lettura?

Be’, ascoltare qualcuno che legge per loro gli piace tanto: è un momento che aspettano sempre con ansia. Calcola che negli anni scorsi iniziavamo la lezione con la lettura una sola volta a settimana e quel giorno c’era sempre uno di loro che veniva da me e chiedeva: “Oggi leggiamo il libro?”. Quindi, secondo me sì: la curiosità di avvicinarsi a un mondo lontano e fantastico, così oltre il nostro mondo, spero sia un bello stimolo per invogliarli un domani a leggere per conto proprio.

So che hai condiviso questo tuo progetto su una community del Signore degli Anelli su Facebook e che le reazioni sono state estremamente positive…

In effetti ho avuto un riscontro, un successo, che davvero non mi aspettavo. E ci sono stati anche commenti di qualche professore di scuola media che mi chiede la pubblicazione, perché vorrebbe adottarlo come libro di narrativa. In un contesto didattico di questo genere, infatti, può essere un modo più semplice di approcciare una cosa che comunque è parecchio complicata. Nonostante lo stile di Tolkien sia uno stile agevole, infatti, è comunque uno stile particolarmente fitto e con le difficoltà di attenzione di oggi, di fronte a un’opera simile un ragazzo si scoraggia.

Piccoli lettori si diventa: cosa consiglieresti ai colleghi per cercare di trasmettere la stessa passione per la lettura ai loro alunni?

Qui mi metti in difficoltà, perché posso parlare solo della mia esperienza. Ma sono davvero convinta che leggere ai ragazzi sia importantissimo. Leggere e leggere in un determinato modo: infatti, devi essere tu per primo a essere immerso in quello che stai leggendo. Perché quando un libro ti piace e tu stesso ne sei coinvolto, i ragazzi lo sentono. Ecco, forse un consiglio grande è di far leggere qualcosa che piace a te per primo: se tu ci credi, loro ci credono.

Ora che hai portato a termine quest’impresa, ti è venuta voglia di tentare con qualche altra opera?

Non lo so. No, per ora no, però chissà: devo incappare in un altro amore. Ci vuole qualcos’altro che mi catturi come mi ha catturato questo. Per adesso lo sto trascrivendo al computer e sono solo contenta perché trascrivendolo lo rileggo ancora.

Poi dovrai farci sapere, fra qualche mese, come sta andando con i tuoi ragazzi…

Domani cominciamo. Per adesso sono solo curiosi, molto! Io penso, spero anche, che li appassionerà.

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