Bentrovati amici del fantasy!
Oggi torniamo nel mondo del realismo magico parlandovi di L’ultima estate del mondo di Simonetta Olivo, raccolta di racconti brevi pubblicata da Delos Digital nella collana Frattali curata da Maurizio Cometto.
L’autrice è uno dei fondatori del Collettivo Italiano Fantascienza e fa parte di FantaTrieste, un gruppo di autori triestini.
La Olivo è un’autrice molto prolifica, che ha già pubblicato diversi racconti per le collane Delos, con Edizioni Scuso, Kipple Officina Libraria e anche nelle collane Urania e Millemondi Urania di Mondadori.
Come dicevamo, l’opera è una raccolta di racconti brevi, dieci in tutto, legati proprio dall’idea del mondo che vive la sua ultima estate.
Si tratta di dieci storie con protagonisti diversi, con un’ambientazione diversa e trame variegate; eppure, ogni racconto è permeato dalla stessa atmosfera fantastica, anche se forse un termine più appropriato potrebbe essere sovrannaturale, che incanta e trascina il lettore.
Ci rendiamo conto che, in questo caso, la scelta del termine è particolarmente sensibile, poiché potrebbe essere male interpretato. Ci teniamo quindi a chiarire che non facciamo riferimento al concetto corrente di paranormale (fantasmi, presenze, horror…) ma alla sua forma letterale di sopra-naturale.
Come nei migliori esempi di realismo magico, infatti, i racconti della Olivo hanno quel qualcosa in più, qualcosa che va oltre la realtà pura e semplice e che trasforma la percezione del lettore.
Nelle sue storie, memorie ed esperienze sensoriali si intrecciano in una visione profonda, a cui l’elemento fantastico si aggancia per creare impressioni durature e affascinanti.
Ne è un perfetto esempio il racconto La coda, in cui un’esperienza banale, quella dell’attesa nel traffico, che ognuno di noi ha sperimentato (o sperimenta quotidianamente) diviene una specie di viaggio nell’anima, un momento di riflessione e, allo stesso tempo, persino critica sociale.
Se i racconti Luch e La piscina sono quelli “un po’ più classici”, forse quelli che rientrano più nel tipico concetto di fantastico, Il desiderio del passato e L’ultima estate del mondo sono invece quelli che toccano le corde più sensibili.
In coloro che sono “nel mezzo della vita”, infatti, suscitano al contempo malinconia e un pizzico di ansia, lasciando in bocca un sapore agrodolce come una fotografia dimenticata da tempo.
Personalmente, chi scrive è rimasta affascinata dal racconto più breve in assoluto: Se telefonando. Non si tratta di una storia particolarmente dettagliata né, forse, neppure troppo originale. Eppure, l’autrice ha trovato il modo di trasmettere sensazioni potenti in pochissime parole. Un coup au coeur che ti lascia senza fiato per la sua intensità.
Ma, d’altra parte, è proprio questa la migliore dote dimostrata da Simonetta Olivo.
Anche i personaggi da lei creati sono dei piccoli capolavori e, se ci si riflette, ci si può rendere conto di quanto possa essere complesso creare protagonisti a tutto tondo quando lo spazio a disposizione è così poco. Ma, l’autrice ci è riuscita.
Sappiamo poco o nulla della loro vita, dei loro gusti o delle loro relazioni. Quello che ci viene mostrato è solo un momento sospeso nel tempo. Eppure, quelli che ci ritroviamo davanti sono personaggi pulsanti di vita, persone con un vissuto interiore che viene rivelato da un gesto o da uno sguardo, molto spesso anche attraverso una singola parola.
Non guasta, poi, che le ambientanzioni siano così maledettamente affascinanti, anche se tutte permeate di toni color seppia che le rendono al contempo vicine e lontane, quasi siano frutto di un altro mondo di cui conserviamo solo una debole reminiscenza.
Per concludere, possiamo davvero dire che L’ultima estate del mondo è probabilmente la migliore raccolta di racconti che abbiamo avuto la possibilità di leggere negli ultimi anni. E siamo convinti che sarà una lettura interessante e piacevole, sicuramente diversa dal solito, per ogni lettore che cerchi qualcosa che lo avvinca e lo colpisca. Non guasta neppure che la raccolta sia tanto breve, anche se, probabilmente, una volta arrivati all’ultimo racconto, desidererete di averne ancora.