Intervista a Sebastiano B. Brocchi
Torna a trovarci un vecchio amico di Universo Fantasy per parlarci di un nuovo grande progetto: Pirin Extended Tales.
Ci vuoi raccontare di cosa si tratta?
Ciao a tutti e grazie: è sempre un onore parlarvi dei miei progetti. Con Pirin Extended Tales ho voluto sperimentare ancora una volta – ormai lo sapete che amo tentare nuove strade ed esperienze – spingendomi oltre certi consueti limiti narrativi. E l’ho fatto, questa volta, facendo un passo indietro; scendendo per così dire dal palcoscenico del ruolo autoriale e nascondendomi dietro le quinte, a osservare la nascita di qualcosa di nuovo. Non proprio da spettatore, perché si tratta di un lavoro che mi coinvolge su più fronti, ma quantomeno lasciando ad altri il ruolo di timonieri del corso degli eventi.
Mi spiego meglio: l’anno scorso ho presentato questo logo, Pirin Extended Tales, appunto, di cui in futuro si sarebbero fregiate delle opere ambientate nel mondo della saga dei Pirin – quindi il mondo fantasy da me ideato – create, però, da altri autori. Non parlo di semplice fanfiction o di qualcosa di apocrifo rispetto alla mia visione, bensì di opere che sarò io stesso, in un certo senso, ad approvare come “canoniche” per quanto riguarda la lore della saga.
Cosa ti ha spinto a condividere il tuo mondo con altri autori?
Il mio vissuto narrativo ha iniziato molto presto ad arricchirsi di esperienze in qualche misura interattive che coinvolgessero i lettori a più livelli. In parte attraverso derivati ludici, coinvolgenti e interattivi per loro stessa natura, in parte anche con la pubblicazione di storie episodiche nel web nelle quali, talvolta, i lettori potevano partecipare facendo sentire la loro voce riguardo all’evoluzione della trama o a certi dettagli della creazione di personaggi e altri elementi. Quindi credo che, in un certo senso, la condivisione abbia sempre fatto parte in qualche modo dello spirito di questa saga.
Lasciare una porta aperta alla creatività di più persone, però, implica anche una grande responsabilità che è quella di impegnarsi per garantire un lavoro corale improntato all’armonia finale. Un po’ come farebbero un coreografo o un direttore d’orchestra per evitare note dissonanti e un risultato eterogeneo, scoordinato.
Certo, lo avevi già avevi fatto con gli artisti e con la creazione del videogioco, ma si trattava di una trasposizione nel reale della tua visione. Con Pirin Extended Tales apri invece la tua creazione a nuove voci. Che effetto ti fa pensare che altri autori possano creare un mondo nel tuo mondo?
Credo che un mondo immaginario inizi a vivere davvero quando diviene patrimonio comune a più persone, le quali non si limitano più a fruirne passivamente (senza negare, con ciò, l’immenso potenziale emotivo e umano della lettura e la conseguente immedesimazione), ma percepiscono anche l’esigenza di “entrare” in quel mondo con il desiderio di lasciarvi una parte di sé.
Questo non significa affatto che mi manchino le idee o che intenda delegare ad altri il proseguimento di questa saga, che anzi continua a vedermi impegnato in vari progetti (alcuni già in corso di sviluppo, altri, per ora, come sogni nel cassetto).
Significa, al contrario, che io riconosca nel mondo di Gaimat una dimensione narrativa che supera la mia stessa visione, che la ritenga in grado si estendersi, abbracciando molti altri punti di vista e contributi che giungano ad affiancare ed arricchire quanto da me ideato; senza da ciò esserne indebolita o scalfita, bensì rafforzata.
Come funziona, nella pratica?
Qualunque creativo può contattarmi e propormi le proprie idee. Che si tratti di romanzi, fumetti, giochi… ogni media è il benvenuto. Ovviamente non è detto che, valutando queste idee, io le ritenga adatte a essere contrassegnate dal logo Pirin Extended Tales proprio perché, come dicevo, desidero che questo logo rappresenti e significhi, in un certo senso, un marchio di qualità e il mio avallo ideale all’opera in questione. E non lo dico con la pomposità di un imprimatur, ma soltanto perché i miei lettori sono abituati al mio amore per il dettaglio e, mi auguro, a una certa coerenza di trama e di background che dimostri la mia cura per le storie che sto offrendo loro.
Va da sé, dunque, che non intendo diluire e stemperare questa ricercatezza qualitativa per adattarla a qualunque progetto mi venga presentato, rischiando di compromettere l’integrità intellettuale della mia direzione artistica.
Questo implica che il mio coinvolgimento nei progetti potenzialmente inclusi nel canone includa una partecipazione attiva a vari livelli: la mia revisione delle storie, così come l’eventuale inclusione di miei contributi (ad esempio illustrazioni), dovrebbe garantire agli occhi dei lettori un senso di continuità e “appartenenza” altrimenti difficilmente ottenibili.
Quindi, chiunque può proporti un suo testo, o una graphic novel, purché sia ambientato nelle terre di Gaimat?
Esatto. E ci tengo a precisare che quando parlavo di continuità con i miei lavori, non intendevo emulazione stilistica: non sto cercando autori che raccontino Gaimat come l’ho raccontata io, che ricalchino le mie trame o i miei soggetti.
Sono, anzi, aperto a punti di vista e stili di storytelling che si discostino dai miei, affinché in ognuno sia evidente l’impronta unica e speciale del suo autore.
A unirle sarà soprattutto il setting: i luoghi, le civiltà, alcuni personaggi, magari, il fil rouge delle vicende storiche che si sono susseguite nelle Ere di quel mondo (che ovviamente non potranno essere sovvertite ma solo ampliate e approfondite).
Dopodiché, le storie potrebbero avere registri anche sensibilmente diversi, proprio per mostrare quanti diversi volti di Gaimat possano essere esplorati. Una storia potrebbe avere un taglio più epico, un’altra più intimista, essere impostata come un’indagine oppure in forma epistolare, chissà…
Hai già iniziato qualche collaborazione con alcuni autori?
Assolutamente sì, e con grande soddisfazione per i risultati già raggiunti. Per il momento hanno visto la luce due collaborazioni di cui vado molto fiero. La prima è Oeworl – Echi dell’Arena di Simone Cattaneo, un romanzo episodico che parla di un gruppo di naufraghi nella terra dei Giganti.
I naufraghi saranno fatti prigionieri e diverranno gladiatori nella terribile arena di Oeworl. Gli scontri tra la polvere e le acclamazioni dagli spalti, tra forzuti guerrieri o belve mostruose, saranno, tuttavia, solo la punta dell’iceberg di una storia che esplora vari aspetti della vita di quegli uomini e della dura convivenza con i loro imponenti e spietati padroni. Un modo per mostrare molto più da vicino anche luoghi, culture e usanze che altrove, nella saga, hanno avuto minor respiro.
La seconda è Scolpiti nella Roccia – Cronache dalle Porte Fumanti di Dario Di Gesù, che ripercorre gli scontri tra l’impero di Sandovelia e i Nani per il controllo di importanti miniere di ferro conosciute come le Porte Fumanti. Dario si è basato sui fatti riferiti nel mio romanzo Hairam Regina, rileggendoli però dal punto di vista inedito dei Nani anziché da quello degli Uomini.
Le motivazioni politiche e strategiche passano, qui, quasi in secondo piano, rispetto al rapporto tra colei che narra i resoconti di guerra (una guerriera del reame di Mason Gottbin) e il suo sposo, operoso scultore che intende affidare quei racconti alla pietra di un bassorilievo.
Entrambi gli spin-off sono illustrati dal sottoscritto… e devo dire che anche sotto questo profilo il progetto mi sta regalando diverse soddisfazioni perché ritrarre tanti nuovi personaggi, delineare luoghi e creature, mi offre lo spunto per approfondire sempre più il background culturale delle civiltà coinvolte. Oltre ai lavori di Simone e Dario posso dire – per ora senza sbottonarmi troppo dal momento che si tratta ancora di progetti solo vagheggiati o da poco messi in cantiere – di essere già in contatto con qualche altro autore per nuove storie per le quali, probabilmente, bisognerà aspettare almeno il 2024.
Le storie poi saranno pubblicate? Sotto quale forma?
I contributi di Simone Cattaneo e Dario Di Gesù di cui vi ho parlato sono già in corso di pubblicazione periodica (a cadenza bisettimanale) sul gruppo Facebook “Pirin Saga Fandom”. È quello il “luogo virtuale” che ho scelto come banco di prova per sperimentare questa iniziativa di storytelling condiviso con altri autori, poiché un social è il mezzo privilegiato per l’interazione diretta con il pubblico.
Per il momento si tratta quindi di racconti pubblicati in forma episodica sul gruppo del Fandom e fruibili gratuitamente, così com’è avvenuto in passato con spin-off scritti da me e pubblicati ad esempio nel gruppo “Scrittori & Lettori Fantasy” o su “Progetto Fantasy”.
Detto ciò, non escludo affatto – anzi è sicuramente una previsione plausibile – di raccogliere un domani questi spin-off in una o più pubblicazioni, individuali o antologiche (a dipendenza anche della loro quantità ed estensione).
Vorrei però precisare che, attualmente, tanto io quanto chi sta collaborando con me al progetto Pirin Extended Tales non lo sta facendo a scopo di lucro, bensì mosso unicamente dalla grande passione per il fantasy, per condividere la propria creatività con il pubblico e per vedere dove tutto questo ci porterà.
Dunque è probabile che anche in futuro resterà così: qualora i racconti fossero pubblicati, ritengo che dovrebbero restare alla portata di tutti, nello spirito in cui sono nati. Quindi o saranno pubblicati in forma elettronica gratuita o, eventualmente (soprattutto se si optasse per la forma cartacea) con un ricavato da devolvere in beneficienza
Hai già in cantiere altri progetti per il mondo di Pirin?
Certo. Alcuni sono già stati resi noti ma, per la loro natura, richiedono lunghi tempi di sviluppo. Ad esempio un fumetto e un gioco di ruolo, per i quali è difficile stimare una data effettiva di rilascio vista la grande quantità di lavoro e materiale che richiedono.
Ma, per parlare di progetti più “vicini”, tra alcune settimane dovrebbe debuttare sul gruppo “Progetto Fantasy” un mio nuovo romanzo a puntate intitolato La Corte dei Venti (sequel di La Corte dei Fiocchi) che, proprio come il suo predecessore, seguirà le vicende di un Paggio senza nome che in realtà si scoprirà essere – i lettori più attenti potrebbero già aver intuito la sua vera identità – un personaggio fondamentale della trilogia originaria, di cui qui vengono narrati gli anni giovanili. Tra intrighi di corte, enigmi e incantesimi.
Inoltre, nell’ultima parte di quest’anno, dovrebbe anche uscire uno splendido volume illustrato dal titolo Pirin Portraits artbook il quale, oltre che dai miei lavori, sarà arricchito dalla penna di alcuni bravissimi artisti fantasy italiani. Farà parte della serie di bellissimi artbook iniziata con “Civilizations” e “Cities”, ognuno dei quali mostrava diversi aspetti delle terre di Gaimat sempre attraverso la mano di artisti con i quali ho avuto il piacere e l’onore di collaborare.
Portraits rinnova quindi la tradizione con dei talenti altrettanto eccezionali: Enrico Bisetto, Valentina Del Corso, Livia De Simone, Stella Meleri, Luisa Pirozzi, Giulia Tonon, Fabiana Trerè e Antonello Venditti.
Grazie mille, Sebastiano, per la tua disponibilità a questa intervista. Tutta la Redazione ti augura di cuore in bocca al lupo!
Grazie a voi, come sempre. Viva il lupo!