L’altra metà del sogno, pubblicato da Delos Digital Editore il 29 marzo 2022, è un romanzo breve di Debora Donadel.
L’autrice lavora per un sito di eventi e promozione turistica dell’alto trevigiano e, sempre nello stesso settore, collabora con diverse associazioni culturali.
Pur avendo grande passione per la letteratura, ha scelto di laurearsi in ragioneria. In ogni caso, ha pubblicato diversi racconti, tra cui La stanza di Linda e L’amore non basta, tra i vincitori del Dystopian Contest 2020.
Una catastrofe ha spaccato il mondo in due: da una parte, i maschi usano le femmine come oggetti da affittare per il sesso, mentre dall’altra le donne trattano gli uomini come animaletti da assistenza.
Yuri vive in una metà e Sarah nell’altra ed entrambi vivono a disagio nel mondo in cui sono cresciuti. Per questo, cercano un modo per sfuggirvi e trovare la libertà, per se stessi e per il genere che hanno sempre visto ridotto in schiavitù.
Quando la porta dell’ascensore si aprì al primo piano i ragazzi rimasero paralizzati dalla sorpresa. Si ritrovarono in un’enorme stanza rettangolare, dei grandi cubi di vetro trasparente contenevano ognuno una donna, anzi, una bambina.
Con un mondo spaccato in due parti, dove il genere maschile prevale in una e quello femminile nell’altra, sono chiari i messaggi trasmessi.
Prima di tutto, il modo in cui l’umanità si sente costantemente divisa tra i generi e il bisogno di trovare a ogni costo delle differenze.
È così che si giunge al secondo tema, strettamente legato al primo: un genere avrà sempre il desiderio di dimostrarsi superiore all’altro, di prevalere.
Dove i maschi hanno acquisito il dominio, le femmine sono ridotte alla stregua di giochi sessuali. Strumenti rinchiusi in cubi all’interno della “banca delle donne” cosicché il cliente possa scegliere colei che più preferisce e che crede possa maggiormente soddisfarlo.
Dove invece sono le femmine ad avere prevalso, la scelta è stata quella di lobotomizzare l’altro sesso e usufruirne come assistenti, scegliendoli da un catalogo come si potrebbe fare con un frigorifero o un aspirapolvere.
Entrambi i generi, perciò, tendono alla superbia e alla brama di comando ma, oltre a questo, c’è anche un corollario di idee che, purtroppo, si ritrovano spesso nel mondo reale.
Uomini che non solo possono arrivare a vedere le donne come esseri inferiori, destinati solo a fornire appagamento sessuale, ma anche che trovano scandalosa la sola idea di poter essere rifiutati.
In un simile contesto, va da sé che l’omosessualità è disprezzata come minaccia alla virilità. Ed è su questa stessa virilità che i maschi devono concentrarsi: studiano per diventare soldati, senza possibilità di scelta; i sogni sono per bambini, li devono perdere, prima o poi, altrimenti non potranno diventare uomini.
“Sogno il cielo, le stelle, il mare, distese infinite di sabbia o una lunga linea di alti grattacieli… Il professor Donati dice che è giusto, che sono i sogni dei bambini e che servono a dormire tranquilli. Dice che tra un po’ le iniezioni faranno scomparire anche quelli.”
Nel mondo delle donne, invece, il genere femminile è l’unico perfetto. Le donne devono quindi amarsi e accoppiarsi tra loro. L’attrazione o, peggio, l’affezione per un essere umano di sesso maschile non è neppure concepibile.
Il sentirsi inadeguata con il proprio genere e identificarsi quindi con un uomo, nel mondo delle donne è un delitto. Un punto di vista che richiama un femminismo estremizzato, che offende entrambi i generi, generando un odio e una diseguaglianza che sono del tutto in contrapposizione con gli ideali per cui è nato tale movimento.
“Guarda la società che hanno costruito: ti sembra giusta? Cancellano i sogni, eliminano le coscienze, uccidono le persone inadeguate, dividono i fratelli dalle sorelle…”
I protagonisti Yuri e Sarah non si conoscono, eppure entrambi si ritrovano coinvolti in quelli che nel proprio mondo sono definite minoranze. Ecco da dove nasce il desiderio di trovare un luogo dove potersi sentire liberi.
Sono entrambi ben costruiti e le loro emozioni si percepiscono al meglio, le loro come quelle delle poche persone che li capiscono e cercano dunque di aiutarli, ad esempio il professore Donati, mentore di Yuri, e Jasmine, la migliore amica di Sarah.
Eva in particolare è un personaggio molto forte e apprezzabile, una delle poche donne cresciuta nel mondo degli uomini ma che non si lascia abbattere dalla sua condizione, non si arrende mai e parla senza peli sulla lingua. Giovane com’è, non si è lasciata sopraffare dal proprio destino e crede fermamente in un futuro migliore.
Le descrizioni dei personaggi sono buone, molto di più quelle degli ambienti che, tuttavia, riescono a trasmettere le emozioni giuste: la banca delle donne, per esempio, provoca un’angoscia difficile da esprimere a parole, ma che Yuri stesso si ritrova a provare.
Il lessico è ricercato ma non troppo sofisticato, moderno ma non scarno, adatto al romanzo, al genere e alle tematiche.
È un libro che ci sentiamo di consigliare a chi ama i mondi distopici, ma soprattutto a coloro che tengono molto ai temi della sessualità, della differenza di generi e che, come Yuri e Sarah, desiderano una vita dove prevalgano l’uguaglianza e il rispetto, per se stessi e per gli altri.