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“QUEL CHE RESTA” DI LEONARDO LIGUSTRI – RECENSIONE

written by Salvatore Di Genua Luglio 25, 2022
quel che resta - Ligustri - Copertina

Quest’oggi parleremo dell’opera dell’autore Leonardo Ligustri.

Nato a Genova nel 1985, ha trascorso buona parte della sua vita fra Liguria e Toscana, perennemente in bilico fra le due regioni. Dopo il liceo studia cinema a Pisa e scopre la fotografia, a cui si appassiona pubblicando alcuni cataloghi di mostre (Edizione ETS).

Dopo la laurea, trasferitosi a Firenze, frequenta l’Accademia Nemo, diplomandosi nel corso di illustrazione. Negli anni che seguono collabora come freelance a diversi progetti fra Torino e Milano, spaziando tra stili e tecniche diverse.

Quel che Resta è il suo esordio come autore. Si tratta di un racconto lungo, di genere distopico, pubblicato da Delos Digital nel novembre del 2021, nella collana Dystopica.

La storia riprende le ambientazioni post-apocalittiche dei più noti La Strada,di Cormac McCarthy, di cui si sente forte l’influenza, e Io Sono Leggenda, di Matheson. Racconta di una Terra ormai ridotta al collasso e che ha risvegliato gli istinti peggiori negli esseri umani, pronti a qualsiasi oscenità pur di sopravvivere.

Attraverso una narrazione che pare quasi distaccata, distante come quel mondo, a tratti cinica, viaggeremo assieme a un uomo che cerca di dare un senso a quell’esistenza.

Come nel libro di McCarthy, però, il protagonista dovrà fare i conti con i ricordi, col suo passato e dovrà compiere una scelta: tornare a una forma primitiva, come il resto del genere umano, o lasciare che sia la sua coscienza a guidarlo.

Per quanto possa sembrare una storia già vista, abbiamo davvero apprezzato le capacità narrative di Ligustri che è riuscito nella creazione di un mondo tetro e oscuro.

L’autore riesce a renderci partecipi di ogni odore, sensazione e cruccio del suo protagonista; ci offre momenti di tensione, di rabbia e di dolore. Ma anche di speranza, grazie a un finale aperto, certamente di saporo agrodolce, ma che lascia intravedere uno spicchio di cielo azzurro nell’oscurità.

La narrazione in prima persona, risulta immersiva e coinvolgente, tutta concentrata nel presente, dato che non vengono forniti molti particolari né sul protagonista né sulle calamità che hanno colpito il piantea.

Quando ogni cosa sembra andare male e l’esistenza stessa perde di senso, il suo protagonista non cede e trova comunque la forza di andare avanti. Perché? Qual è lo scopo di tutto questo? Perché non arrendersi?

Queste sono solo alcune delle tante domande su cui il lettore si ritrova a riflette durante la lettura di questo racconto che, forse, avrebbe meritato qualche riga di più.

E da questo punto di vista è essenziale il ruolo della co-protagonista, che diviene il fulcro delle motivazioni.

Tanto romanzo – racconto lungo – distopico, quanto psicologico, con la sua opera Leonardo Ligustri ci porta a riflettere sul nostro presente e a guardarci dentro.

E lo fa con una capacità letteraria davvero rara in un’opera prima, che sarà sicuramente apprezzata non solo dagli amanti del genere, ma anche, grazie alla lunghezza ridotta, da chi fino a ora abbia esitato davanti a letture più celebri.

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