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“LA CITTÀ DELLE OMBRE” DI PAOLO FUMAGALLI – RECENSIONE

written by Isabel Soledad Giacomelli Giugno 27, 2022
La città delle ombre - Fumagalli - copertina

Nel mondo moderno, quasi più nessuno crede nelle leggende e negli esseri sovrannaturali. Questi, invece, esistono davvero e vivono esiliati in una cittadina.

Quando l’angelo caduto Lucifugo comincia a elaborare un piano per conquistare il potere, un antico mago chiama a sé alleatper combattere la minaccia. Un’antica divinità, uno sciamano investigatore e una vampira uniranno le forze per riuscirci.

La Città delle Ombre, pubblicato dalla Dark Zone nel 2020, è un dark-fantasy di Paolo Fumagalli.

Fumagalli ha sempre avuto una grande passione per la lettura e la scrittura che lo porta a laurearsi in Lettere. Ha collaborato con diverse piccole case editrici, sia partecipando ad antologie di racconti di autori vari, sia pubblicando volumi interamente suoi, come i fantasy “Il Trono del Narratore”, “Scaccianeve” e i romanzi fantastici per ragazzi e adulti “Il museo delle esperienze meravigliose” e “Bucaneve nel Regno Sotterraneo”.

«I castelli stregati imprigionano ciò che proteggono, rappresentano un piccolo limbo al di fuori del quale esiste solo la desolazione del mondo reale.»

«Un po’ come tutta questa città, no?»

Il libro parla in modo chiaro e diretto del modo in cui oggi il mondo tratta le leggende, il folklore e la fantasia stessa: li sposta in un archivio polveroso.

Non che la gente abbia mai davvero creduto a vampiri, lupi mannari e altre creature magiche – o, almeno, questo vale per la maggior parte delle persone – ma il fascino che questi esseri esercitavano sull’essere umano era tale da mantenere salda la presa sulle credenze popolari. Oggi non è più così e il romanzo di Fumagalli prende le mosse proprio da questo “oblio”.

Allo stesso modo, infatti, in La Città delle Ombre le creature soprannaturali sono in pratica dimenticate, rinchiuse in una metropoli, mescolate agli esseri umani e costrette ad adattarsi al loro stile di vita per non essere scoperte.

Stufo di questa situazione, l’angelo caduto Lucifugo sceglie di allearsi con dei fanatici di esseri mistici per potersi riappropriare della fama perduta e, addirittura, controllare i mortali.

Che senso avrebbe, però, vivere allo scoperto e rischiare così di privarsi del mistero che per anni ha tutelato l’esistenza di quelle straordinarie creature?

Ecco l’enorme e ben costruita metafora che l’opera di Fumagalli ci propone. Una vera e propria critica verso gli scettici, coloro che pensano che anche solo lasciarsi emozionare dal significato di una pietra sia sciocco.

Che ci si creda o meno, sono la curiosità e l’intrigo i due elementi fondamentali che l’essere umano dovrebbe accettare per riscoprire il senso di meraviglia.

Le prove dell’esistenza di qualcosa renderebbero tutto concreto, comprensibile e, dopo un po’, inevitabilmente privo di fascino, appunto perché si avrebbe la certezza che sia reale.

«Rivelare agli uomini l’esistenza delle creature soprannaturali e far loro sentire il potere che ancora si trova dentro di noi potrebbe ridarci un posto nel mondo.»

È così che l’autore ci manifesta il suo disappunto verso la caduta della passione per il fantasy, con uno stile di scrittura ben costruito, un lessico ben ricercato ma non pesante, frasi intriganti e descrizioni che ben si mescolano allo scorrere degli eventi.

La storia si alterna tra contrattazioni, studi scientifici, indagini e combattimenti, intrisi di magia e sempre avvolti da queste nubi oscure che donano il giusto tocco dark richiesto.

I personaggi risultano ben costruiti, molto ben caratterizzati e tutti con mentalità differenti.

In primis Lucifugo, colui che da sempre cerca la prova in ciò che risulta un mistero, che non si accontenta delle parole altrui e che è dunque incapace di provare Fede.

Vi sono poi Melanie e Diana, la prima una vampira che desidera solo compiere la propria vendetta, la seconda, invece, divinità decaduta e dall’ideale più luminoso.

Il meno coinvolgente – ed è un vero peccato perché il potenziale era alto – è l’investigatore Travis.

Da sempre esistono personaggi che lasciano un’aura di mistero e di cui si conosce poco, ma in questo caso non si ha neanche modo di ascoltarlo troppo parlare per riuscire ad affezionarsi a lui come agli altri.

La vampira chinò la testa, cercando di ricordare come piangere nella speranza di sfogare l’angoscia che la opprimeva, ma la sua natura di creatura dannata glielo impedì.

In generale, c’è da dire che la struttura del romanzo risulta un po’ appesantita dalla tendenza dell’autore a fornire immediatamente tutte le informazioni e tutte le spiegazioni. Questo tende a eliminare un po’ di suspense e rallenta un po’ il ritmo della narrazione.

Questo discorso vale soprattutto per l’entrata in scena dei vari personaggi, di cui viene fornito tutto il retroscena in un blocco unico e immediato che tende ad appesantire la narrazione.

Ne è un perfetto esempio il personaggio di Lucifugo del quale vengono narrate le origini, cosa sicuramente interessante, ma il tutto avrebbe avuto un appeal più deciso se le rivelazioni fossero avvenute un poco per volta

Nonostante questo piccolo inciampo, La Città delle Ombre di Paolo Fumagalli è senza ombra di dubbio un romanzo interessante e coinvolgente, che saprà tenervi con gli occhi incollati alla pagina.

È un libro che ci sentiremmo di consigliare agli amanti del dark-fantasy e dello urban-fantasy, in cerca di una lettura leggera e coinvolgente. E, soprattutto, autoconclusiva.

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