Globus di Roberta La Rocca è un romanzo fantascientifico dallo stile magniloquente e dal ritmo cadenzato, autopubblicato nel gennaio del 2019.
Roberta La Rocca nasce a Savona, è laureata in chimica e come hobby non si dedica unicamente alla scrittura, ma anche alla musica: suona infatti il flauto dolce ed è diplomata in Teoria e Solfeggio.
Nello stesso genere, l’autrice ha pubblicato anche altri titoli tra cui: Semisfera e la saga di Punaap (All’ombra della montagna cono e il suo seguito, Lo scrigno della vita).
In breve, Globus è un romanzo la cui ambientazione è senz’altro peculiare; si tratta, infatti, di un mondo caratterizzato da una fenditura (“Faspath”), che minaccia di chiudersi inghiottendo la cittadina in cui vivono una serie di personaggi che ci vengono via via presentati, tra cui una lumacide di centocinquant’anni di nome Seluma, che gestisce il migliore ristorante di Nelatte (il Torciglione), la città-ragnatela.
A dare l’allarme della prossima e funesta implosione è un “carrello” delle miniere, un automa dotato di un vero e proprio cuore, che muore dopo aver raggiunto il ristorante di Seluma, lasciando la lumacide e ogni cliente al suo interno perplessi. Come reagire a una simile notizia?
La narrazione, come accennato in precedenza, è molto ritmata e coinvolgente, tanto che risulta difficile scollare gli occhi dalla lettura anche se, bisogna ammetterlo, lo stile potrebbe risultare a tratti erccessivamente complesso per chi non sia un lettore forte.
Chiaramente, il tutto dipende dal gusto personale del lettore: c’è chi apprezza una penna più magniloquente rispetto a una eccessivamente sbrigativa e priva di descrizioni minuziose.
Tuttavia, abbiamo notato una certa pervasività di termini tecnici (appartenenti al campo della chimica o della biologia) che, personalmente, chi scrive apprezza davvero molto anche se non è scontato che tutti la pensino allo stesso modo.
Nonostante i tecnicismi, il registro utilizzato è assolutamente meritevole; all’interno del testo, abbiamo infatti avuto modo di ritrovare alcuni vocaboli ed espressioni poco utilizzati, in completa controtendenza con le forme di espressione meno ricercate che oggi contribuiscono fin troppo all’impoverimento della nostra splendida lingua.
Altro elemento apprezzabile sono le descrizioni a cui si è accennato in precedenza: l’autrice sembra soffermarsi su ogni dettaglio in maniera soppesata. L’effetto generato è simile alle inquadrature in primo piano delle pellicole cinematografiche, ma senza limitare il potere immaginativo del lettore, che verrà letteralmente inghiottito dalla delineazione di personaggi ed eventi.
A proposito di personaggi, in Globus ne abbiamo tra i più disparati: gli esseri umani non rappresentano che una piccola parte della popolazione di Nelatte e nel romanzo troveremo molte creature insettiformi (tra cui la già citata Seluma), o con caratteristiche fisiche riconducibili agli anfibi e agli uccelli.
In conclusione, Globus è consigliato a chiunque ami la fantascienza, di cui troverà tutti gli elementi tipici tra cui il multiverso, i portali e le creature antropomorfe.
Nonostante questo, non lo si può certamente definire un romanzo “banale”, in quanto non solo la gestione dei colpi di scena riesce a mantenere viva e vitale l’attenzione ma può vantare elementi originali e innovativi per quanto concerne la caratterizzazione dei personaggi e delle ambientazioni.
Si tratta di una lettura senz’altro non semplice (consigliamo di armarsi di dizionario!), ma assolutamente coinvolgente e che si rivela fonte di numerosi spunti di riflessione.