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“POE. LA NOCCHIERA DEL TEMPO. LE GUERRE DEL MULTIVERSO” DI LICIA TROISI – RECENSIONE

Poe-Troisi-Copertina

UN’INDOMITA CERCATRICE, VIAGGI NEL MULTIVERSO E DESTINI IMPROBABILI PER UN’AVVENTURA DA VIVERE E RIVIVERE.

Licia Troisi è nata a Roma nel 1980 e ha iniziato a scrivere mentre studiava per prendere la laurea in astrofisica.
Esordisce come autrice nel 2004, con le Cronache del Mondo Emerso alle quali sono seguite, tra gli altri, La Ragazza DragoI Regni di Nashira e La Saga del Dominio.
Ha conseguito un dottorato di ricerca in astronomia ed è anche autrice di libri di divulgazione scientifica, tra cui l’ultimo è La Sfrontata Bellezza del Cosmo, vincitore del Premio Cosmos e finalista del Premio Asimov.
Per Mondadori, ha tradotto La Leggenda di Scarlett e Browne di Jonathan Stroud.
Ama leggere – anche fumetti, in particolare i manga – e ascoltare musica, rock e classica, ma più di tutto i Muse.

Il suo ultimo libro, uscito l’8 Marzo e pubblicato con Rizzoli, è un mix di fantasy e fantascienza e s’intitola Poe La Nocchiera del Tempo.

«È assurdo come finiamo a rimpiangere momenti della vita che, quando li abbiamo vissuti, ci sembravano uno schifo. O forse il punto è che non siamo in grado di riconoscere la felicità, quando arriva».

Dopo una lunga attesa, Licia Troisi torna a incantare i suoi fan con una storia Young Adult che fonde generi letterari diversi: fantasy, fantascienza e cyberpunk.

Se vi mancavano le opere di una delle più amate autrici italiane di fantasy, questo è il momento di catapultarvi di nuovo nei suoi mondi, perché torna in grande stile e con una storia che vi lascerà senza respiro. Si tratta infatti di un’avventura che, capitolo dopo capitolo, incatena il lettore alle pagine, inducendolo a scoprirla e ad amarla tutta d’un fiato.

Fin dalle prime righe, veniamo proiettati nella vita della giovane Poe, su un pianeta Terra post-apocalittico dominato da ingiustizie, carestie e sofferenza, in cui tutti lottano quotidianamente per sopravvivere e con una struttura politica ben delineata che premia i privilegiati e schiaccia i più deboli.

Non siamo in grado di acquisire informazioni certe sul degrado e sul quasi totale annientamento della civiltà; sappiamo solo che, nel vano tentativo di sfruttare una nuova tecnologia per produrre aria pulita, di fatto i terresti causarono una catastrofe ambientale, in seguito alla quale si è sviluppato lo scenario presentato nella storia: la Terra divenne un luogo inospitale, con la sola eccezione della zona in cui sorse Paradise.

«Io abitavo in cima ai grattacieli di una città chiamata Paradise, in mezzo ai fumi delle fabbriche. Vivevo di furti e altri espedienti. Appartenevo alla parte più sfigata della popolazione. C’era altra gente che stava meglio, e una casta che governava tutto. Non ti voglio annoiare con cose che avrai visto in centinaia di altri posti del multiverso: ci sono i fortunati che hanno tutto, e quelli invece che non hanno niente. È sempre così.»

Tutti gli equilibri (seppure precari) che conosciamo non esistono più e, man mano che la storia procede, ci rendiamo conto che quello delineato dalla Troisi altro non è che uno dei tanti possibili futuri che ci attendono, se l’umanità continuerà ad agire come ha sempre fatto, sfruttando ogni risorsa con noncuranza fino alla sua totale decadenza.

A ogni modo, sappiamo che questo misterioso cataclisma è avvenuto molto tempo fa e che le poche notizie al riguardo sono state tramandate oralmente, superstite dopo superstite, anno dopo anno.

Ma qual è la verità? Quale mondo ci attende?

Poe è una ragazza che ama lanciarsi nelle sue missioni, con le sue ali, con gli altri Uccelli come lei; ama volare per il senso di libertà che le dona, per l’aria sulla faccia, per l’adrenalina, per la paura e l’eccitazione che le provoca. È una ragazza che cerca a tutti i costi di sopravvivere tra gli altissimi grattacieli di Paradise, un luogo tetro, malato, sporco, dove l’aria puzza terribilmente di “piscio” e “povertà” e ogni cosa rispecchia il degrado e la solitudine assoluti. Questo insieme di odori nauseabondi, Poe li sente come marchi indelebili della sua provenienza.

«Sei sopravvissuta a tutto e tutti, e l’hai fatto perché dentro di te hai una forza che è raro trovare nel multiverso: il desiderio inestirpabile, incancellabile, di sopravvivere».

Il mondo della nostra giovane protagonista si è sgretolato con la scomparsa della madre e, da quel momento, è costretta a fare i conti con la propria realtà: è povera, è sola e, soprattutto, deve farsi forza per sopravvivere e far sopravvivere la sua sorellina.

Assistiamo come spettatori alle sofferenze dovute alla perdita della persona per lei più cara, alla solitudine e al senso di abbandono; viviamo insieme a lei l’impotenza, il sentirsi una nullità e, forse anche di più, la frustrazione e il senso di profonda insoddisfazione che popolano la vita di Paradise. La città è un luogo terribile, ma Poe sente forte il peso della responsabilità. Ha ormai smesso di essere una bambina, non è più neppure una ragazzina: lei è una giovanissima donna che lotta per non lasciarsi sopraffare dalla voragine che cerca costantemente di inghiottirla.

Con calci, pugni, graffi e morsi, Poe si fa strada tra i grattacieli e i piani bassi della sua detestabile città, quel luogo che le ha portato via ogni cosa, tutto e tutti. Ma è la sua casa e non è disposta a lasciarsi sconfiggere o distruggere dalla propria condizione sociale.

Giorno dopo giorno, impara a vivere secondo le sue regole, destreggiandosi tra violenza e solidarietà degli Uccelli soli come lei, tra un furto e una scorribanda, sfruttando ogni cosa per proteggere sua sorella, Imogen.

«Sai cos’altro ho visto in te? […] Un desiderio disperato di sopravvivere. Eri persa, disperata, ma sei andata avanti.»

Poe sogna una vita diversa per l’innocente bambina di cui deve prendesi cura, lontana dal dolore, dalla povertà, dal sangue che tinge ogni angolo di questa città violenta.

È proprio questo desiderio che la porta a commettere un errore irrimediabile.

Ogni sua azione, ogni sua conseguenza, la conducono a un destino diverso da quello che si era immaginata e dagli obiettivi che si era prefissa.

Una sola valutazione. fatalmente errata, cambierà totalmente la sua vita.
La loro vita.

La nostra protagonista dovrà rinunciare a tutto ciò in cui crede, a tutto ciò che ha sempre conosciuto, per salvare la propria vita ma, soprattutto, per garantire un futuro migliore a Imogen.

Ma per le persone che amiamo siamo sempre disposti a fare anche l‘impossibile… a rinunciare persino a noi stessi.

«Quasi sempre è la speranza dell’impossibile che ci tiene vivi».

Poe sceglierà tra ciò che è giusto e ciò che deve essere fatto.

La sua vita subirà un cambiamento radicale, estremo, si annullerà per il bene superiore della sua sorellina.

Le motivazioni sono diverse e di diverso tipo, ma lasceremo a voi lettori scoprire quali siano e perché; la cosa importante è che, da quel momento, la nostra eroina dovrà lasciarsi ogni cosa alle spalle.

Passano gli anni, Poe è diventata una donna adulta, è una Cercatrice, una Nocchiera, una dei rari individui in grado di sopravvivere ai Pozzi, che collegano tra loro i mondi del multiverso. Ma, soprattutto, è una combattente: i ricordi della vecchia vita, dei giorni a Paradise e degli Uccelli sono sbiaditi ormai da troppi anni.

Adesso lei ne ha venticinque e lavora per Dhanab; senza porre mai domande, perché non le interessano le motivazioni dei Committenti che li ingaggiano.
Il suo dovere da Cercatrice è solo quello di attraversare i Pozzi, viaggiare nel multiverso, rubare oggetti rari e tornare alla Base.

Quest’ultima, che si trova al di fuori del multiverso, viene descritta come una sorta di “qualcosa in mezzo al nulla”, in nessun luogo e in nessun tempo, come se fosse sospesa. La stessa Poe cerca di spiegarlo:

[…] “se immaginiamo il multiverso come un tessuto, i Pozzi che collegano punti diversi del multiverso sono i fili della trama, e la Base si trova tra un filo e l’altro. In mezzo alla trama. Nello spazio vuoto”,

«Nessuno ha mai esplorato tutto il multiverso. L’idea più diffusa è che sia infinito, e che quindi mapparlo sia impossibile. In ogni caso, i percorsi sono piuttosto tortuosi: poiché ogni Pozzo ha un solo verso di percorrenza, a volte è necessario fare giri assurdi per arrivare a destinazione.»

Questa è ormai la sua vita che ogni giorno si ripete sempre uguale, nonostante cambino le missioni.
Per lei nulla è importante, se non salvaguardare la propria vita per mantenere al sicuro quella della sorella.

Fatica, dolore, solitudine, rabbia, senso di colpa… è questo che affligge silenziosamente la protagonista, quando si ritrova da sola nella sua stanza alla Base, alla fine di ogni missione.
Non può permettersi di rimuginare sulle scelte passate…

Poe non può permettersi errori, non può fidarsi di nessuno e di nessuno si fida, per questo ama lavorare da sola: per evitare coinvolgimenti e, soprattutto, per non dover riparare agli errori altrui.

«È voglia di sopravvivere, necessità di farlo, anche quando morire sarebbe più facile, anche quando vorresti morire».

È solitaria Poe, la sua vita è una missione continua di salti in un Pozzo Interdimensionale e un pianeta nuovo su cui sbarcare, missione dopo missione.

Portare a termine il compito assegnato da Dhanab, per lei conta solo questo. Perché è ciò che garantisce a sua sorella di vivere in serenità, ricchezza e amorea… nonostante il prezzo della sua libertà sia altissimo.

Poi, lungo la sua strada, durante l’ennesimo incarico, accade qualcosa di insolito. La sua storia si intreccia con quella di altri importanti personaggi: Damyan, Anthelya, Kitty, gli Uccelli, Gavrash, nella lotta contro il Sistema, i Guardiani, i Giudici, i Cavalieri… e saranno queste vicende a cambiare per sempre il suo destino.

Pagina dopo pagina, la prerogativa della Troisi è quella di emozionare, di far immedesimare il lettore, fargli vivere sulla propria pelle il vissuto dei personaggi.

Che lo voglia o meno, il lettore si ritrova a domandarsi cosa sia giusto, cosa sia necessario e a cosa saremmo disposti a rinunciare per ottenere la tanto agognata libertà.

Se Poe riesce a lottare contro il proprio straziante dolore, perfino contro i suoi demoni, è perché dimostra una straordinaria audacia, determinazione e spirito di sopravvivenza.
Lei è una un’instancabile, intrepida guerriera.

E sono proprio queste sue peculiarità a darle il coraggio di scoprire cosa stia realmente accadendo attorno a lei, chi è coinvolto, quale sia la posta in gioco, chi muove i fili di coloro che governano, contro chi e per cosa merita di battersi.

«Resisti Poe. Ricorda perché lo fai e resisti. Hai fatto una scelta. È una vita dura. Prima lo capisci, più possibilità hai di sopravvivere. Tu hai qualcosa, Poe, qualcosa che hanno tutti coloro che restano in piedi per ultimi. Non lo gettare via. Combatti. Sempre.»

Ogni lettore affronterà un viaggio alla scoperta dei Pozzi, del multiverso e dei Nocchieri, insieme a Poe e agli altri straordinari protagonisti della storia.

Sarà un percorso a tratti straziante ed estenuante, ma anche ironico e divertente, un percorso di crescita personale, psicologico, individuale ma, soprattutto, umano.

Una storia nella quale ogni lettore può immedesimarsi, pagina dopo pagina, fino alla fine.

Perché tutti hanno diritto alla verità, al confronto, a una scelta libera e consapevole.

La penna di Licia Troisi scorre con un ritmo incalzante nel presente a cui si alternano flashback del passato. Non mancano i colpi di scena; i personaggi appaiano ben delineati, con istinti differenti che con le proprie sfaccettature vi condurranno alla scoperta di nuovi mondi, nuove specie viventi ed eccezionali paesaggi mozzafiato del multiverso appena scoperto.

Anche questa volta, Licia Troisi dimostra di essere una scrittrice talentuosa, in grado di creare mondi nuovi, affascinanti nelle loro particolarità, con abitanti intriganti e attraenti.

Dovremmo ormai essere abituati agli umani, agli elfi, ai draghi, alla magia, ai paesaggi mozzafiato, alla suspense con i quali l’autrice ha incantato generazione dopo generazione, eppure, ancora una volta, troviamo sensazionale il mix che ideato.

Per quanto concerne Le Guerre del Multiverso possiamo già confermare che saranno una saga, consigliata principalmente ai ragazzi, ma che anche per gli adulti risulterà piacevole.

Infatti, dopo anni di attesa e richieste da parte dei lettori affezionati, Licia Troisi ci ha catapultati nella vita di una nuova eroina, spregiudicata e indomita, che accogliamo nel nostro cuore al fianco di Nihal, Dubhe, Myra e alle giovani Sofia e Lidja.
Le eroine, le guerriere che, nonostante il passare degli anni, continuano ad accendere la nostra fantasia e con le quali continuiamo a identificarci.

Ancora una volta, ci ritroviamo davanti donne forti e coraggiose, eroine che dimostrano non solo la propria caparbietà e spirito di adattamento, ma soprattutto gli ideali a cui aspirano, e che incarnano il senso di libertà che dimora in ognuna di noi e che ci spinge a lottare per le ingiustizie. 

Poe, il cui nome è un omaggio allo scrittore Edgar Allan Poe, rappresenta ognuna di noi.

«Lo scrittore si chiama come me, e i suoi racconti fanno paura. A Imogen non li leggo mai, anche se lei me lo chiede sempre. Un paio di volte, ho fatto finta e ho inventato altre storie, anche se non belle come quelle di mamma. A me i racconti di questo Poe – c’è scritto proprio così, sulla copertina – piacciono; dentro non c’è niente che sia più spaventoso del mondo che abito da tre anni a questa parte.»

Infine, concludiamo con un apprezzamento per la meravigliosa copertina di Matteo De Longis e per lo Studio RAM che si è occupato del progetto grafico. Questo è senz’altro solo l’inizio di un’avventura emozionate che non vediamo l’ora di scoprire e da cui aspettiamo con ansia di lasciarci stupire!

La foto dell’autrice usata per la copertina è stata realizzata da  Tiziano Toma.

“POE. LA NOCCHIERA DEL TEMPO. LE GUERRE DEL MULTIVERSO” DI LICIA TROISI – RECENSIONE was last modified: Marzo 28th, 2022 by Stefania Sottile
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