Se mi avessero detto che mi sarei emozionata così tanto, non ci avrei creduto. Eppure, è stato proprio così, con annessa lacrimuccia nel finale.
Ma partiamo dall’inizio.
Ghostbuster: Legacy è un film che ti catapulta direttamente negli anni ‘80, con le immagini originali dei primi episodi della saga, con gli oggetti scenici rispolverati, in disuso ma sempre operativi ed efficienti.
Questo è un film che fonde passato e presente in un mix perfetto grazie alla regia di Jason Reitman. Non è soltanto il sequel di una saga che ha fatto sognare generazione dopo generazione, ma un cult intramontabile dove ogni attimo ha un significato studiato per far riemergere la nostalgia di quei tempi andati, in cui anche il gesto più semplice evidenzia un parallelismo con il passato.
Basti pensare che, nel 1984, Ghostbusters è diventato un fenomeno cult grazie al concept originale della pellicola ̵ nato dalla passione di Dan Aykroyd (nel ruolo del Dr. Raymond “Ray” Stantz) per i fenomeni paranormali ̵ e, soprattutto, per le magistrali interpretazioni degli attori che rivoluzionarono la stessa sceneggiatura con le loro frequenti improvvisazioni, soprattutto quelle di Bill Murray (nel ruolo del Dr. Peter Venkman).
In Ghostbusters: Legacy i personaggi, interpretati magistralmente da Mckenna Grace (Phoebe Spengler), Finn Wolfhard (Trevor Spengler) – già famoso per l’interpretazione di Mike Wheeler nella serie televisiva di Netflix StrangerThings – Carrie Coon (Callie Spengler) e Paul Rudd (Gary Grooberson), sono costruiti ad hoc, tanto diversi quanto simili agli Acchiappafantasmi originali: Egon Spengler, Ray Stantz, Peter Venkman e Winston Zeddemor.
Come nelle pellicole storiche, il film è permeato da sense of humour, cinismo e una certa dose di ironia tagliente; le dinamiche evidenziano i caratteri, i desideri, la nostalgia e il rimorso. Tante sfaccettature che ipnotizzano lo spettatore mostrando personaggi che suscitano nostalgia, sebbene armati di una tecnologia più avanzata e senz’altro più “moderna”.
Ghostbusters: Legacy è senza ombra di dubbio un film geniale e, come era caratteristica delle pellicole degli anni ’80, trasmette tanti messaggi positivi, con sentimenti altrettanto importanti quali l’amore, la lealtà, il rispetto, la determinazione, il coraggio e la resilienza. Ma il sentimento predominante è innegabilmente la rivalsa, che denota una riconferma ma, soprattutto, una rivincita.
Questo film è forse rappresentazione più esemplificativa del nuovo trend cinematografico, che non tende solo a sfruttare i successi del passato per attrarre spettatori al cinema – come, purtroppo, è invece stata la versione del 2016 – ma che si configura anche come un “omaggio”. Assistendo alla proiezione abbiamo la sensazione di un “ritorno a casa”.
Il cast di attori è davvero fantastico ed è stato in grado di emozionare e commuovere.
Qualche piccolo rallentamento nel ritmo qua e là non ci ha impedito di godere appieno della visione.
Assolutamente imperdibile!
ATTENZIONE! Seguono spoiler. Se non avete ancora visto il film fermatevi qui!
Quello che viene sottolineato in ogni scena è il rispetto per un capolavoro che negli anni ‘80 ha fatto la storia del cinema di genere.
Le battute finali, l’apparizione di Egon (da Acchiappafantasmi a fantasma) che guida la nipote nel risolvere l’enigma in modo impeccabile, con astuzia e ingegno, è senz’altro il risultato di una riflessione che va oltre l’aspetto cinematografico stesso.
Le battute dei tre compagni, presentatisi per aiutare la giovane Phoebe, la sua famiglia e l’intero mondo, sottolineano il rimorso per quello che poteva già essere all’epoca ma poi mai realizzato e il ricordo del personaggio, ma soprattutto della persona, dell’attore con il quale avevano condiviso il successo e un sogno.
A quasi quarant’anni dall’uscita nelle sale dell’iconico Ghostbusters, è proprio l’apparizione dei membri del cast originale a commuovere di più.
Ritroviamo Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney Weaver e Annie Potts, tutti di nuovo insieme per omaggiare il collega Harold Allen Ramis (scomparso prematuramente nel 2014) e riportare in vita per noi una delle saghe cinematografiche più amate della storia del cinema!
Infine, le due scene post-credit lasciano alcune domande ai fan: ci sarà un seguito?