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“LA GUERRA DELLA ROSA NERA” (VOL. 2) DI MARCO OLIVIERI

written by Arianna Giancola Settembre 22, 2021
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Bentrovati amici del fantasy.

Oggi torniamo a parlare di La Guerra della Rosa Nera, la duologia di Marco Olivieri edita dalla Myth Press il cui secondo e ultimo volume è stato pubblicato all’inizio dell’estate.

Se avete perso la recensione di Francesco Lodato alla prima parte, potete trovarla a questo link.

L’opera di Olivieri è parte di un progetto crossmediale con la Ludus Magnus Studio, che si basa sull’ambientazione e sui personaggi dei boardgame Nova Aetas: Renaissance e dell’omonimo Black Rose Wars.

Nella prima parte, avevamo lasciato la giovane Irene in cima al campanile “proibito” della villa – in cui da poco risiede con sua madre – dove a breve si svolgerà lo scontro tra i più potenti esponenti delle quattro scuole di magia (Divinazione, Distruzione, Trasmutazione ed Evocazione). Grazie ai poteri dell’inquietante Custode, Irene ha quindi modo di continuare a rivivere tutta la storia e il percorso dei quattro pretendenti alla carica di Gran Maestro della Loggia della Rosa Nera.

Sono passati alcuni anni da quando Jafar, Nero, Tessa e Rebecca hanno ricevuto il sigillo che gli garantisce l’accesso alla Guerra.
Nel frattempo, i loro poteri sono cresciuti e, ora, la sfida principale consiste nell’imparare a conoscere e controllare se stessi e i propri limiti.
Le vicende dei quattro stregoni si dipanano, tra mille prove e difficoltà, su binari che corrono paralleli e che solo in alcuni casi arrivano a sfiorarsi, ma che sono pronti a convergere nella sfida finale.

Come detto, l’ambientazione del romanzo si basa sull’universo di Nova Aetas.

Le vicende di questa seconda parte si collocano, temporalmente, tra il 1517 e il 1522 e sono ambientate in parte lungo tutta la penisola italiana, dominata dal Papato e da poche altre grandi personalità di rilevanza storica, e in parte nel lontano e misterioso Medio Oriente.

La ricostruzione storica, sebbene limitata alle necessità della narrazione, risulta convincente e realistica e il sapiente uso di poche ma dettagliate descrizioni completa il quadro donando all’opera un altissimo livello di immersività.

Già nel primo volume, i personaggi erano riusciti a imporsi grazie alle loro caratteristiche peculiari. Ora assumono nuove sfaccettature, nuovi tratti di personalità che li completano e nuove sfumature di pensiero che permettono al lettore di scendere in profondità, comprendendo finalmente appieno le motivazioni che li spingono ad agire.

Tra i quattro protagonisti, la parte del leone è sicuramente interpretata dai due personaggi femminili: Tessa e Rebecca.

Sebbene la storia sia eccezionalmente equilibrata, in termini di spazio concesso a ognuno di loro, i personaggi della necromante e della fauna hanno un approfondimento psicologico maggiore. Con il procedere degli eventi, gli intenti e le emozioni che le muovono vengono esplorati in modo più attento ma, soprattutto, quello che emerge con prepotenza sono il pentimento per gli errori passati e la consapevolezza profonda (e forse spaventosa) delle proprie possibilità.

L’intera opera è, di fatto, quello che nell’ambito del gaming viene definito deck building.

La famigerata Guerra della Rosa Nera è una “scusa” per raccontare quattro storie, quattro vite profondamente differenti che, come già detto, hanno in comune solo lo scopo finale.

Escludendo il breve incontro tra Tessa e Rebecca, frutto di eventi precedenti a questo volume, ci sarebbe materiale per costruire quattro singoli romanzi molto interessanti, grazie alla possibilità di usufruire di ambientazioni e motivazioni così differenti.

Forse, la volontà di mantenere un equilibrio fra i vari tasselli del puzzle ha inciso in modo negativo sulle storie di Jafar e Nero, che avrebbero meritato un maggiore approfondimento e un maggiore spazio; spazio che avrebbe permesso per uno di far luce su una serie di eventi che invece passano sotto silenzio, per l’altro di approfondire maggiormente l’evoluzione psicologica che lo porta ad esprimere appieno le sue potenzialità.

L’opera di Olivieri scorre fluida, senza intoppi e con un buon ritmo che cattura il lettore immergendolo letteralmente nella finzione letteraria.

Il racconto è avvincente, con un netto miglioramento – rispetto al primo volume – nello stile della narrazione che risulta più matura e accurata.

Nonostante i colpi di scena siano rari, il testo non stanca, non presenta cadute brusche e, di fatto, è una lettura piacevole e interessante.

Siamo quindi convinti che possa essere apprezzato da tutti gli amanti del genere fantasy, senza troppi limiti di età, che cerchino qualcosa che possa concedere loro alcune ore di piacevole fuga dal presente.

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