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“ISAIHAS” DI GIOVANNI POLI – RECENSIONE

written by Arianna Giancola Luglio 30, 2021
Isaihas-Giovanni-Poli-Copertina

Bentrovati amanti del fantasy.
Oggi vi trasporteremo nei regni oscuri dell’anima parlandovi di Isaihas, romanzo d’esordio di Giovanni Poli (milanese, classe 1976), edito dalla Myth Press nella collana Lemuria Digital.

Il fuoco della Santa Inquisizione distrugge la vita tranquilla del giovane Isaihas, consegnando la sua anima alla dea della vendetta.
Trasformato in un essere immortale, trascina la sua esistenza in una continua battaglia tra il suo essere razionale e il suo essere Bestia. Per secoli rifugge il contatto umano fino a quando, vinto dalla solitudine e dalla noia, decide di mettere alla prova se stesso, affrontando una sfida fino a quel momento ritenuta impensabile.
L’esperienza di secoli potrà tenere a bada il mostro?

L’autore, grande amante di fantasy, giochi di ruolo e, soprattutto, di qualunque cosa riguardi l’800 e il ‘900, mette le sue passioni al servizio della scrittura, creando un romanzo affascinante che per storia e stile ricorda molto i romanzi dei primi anni del Ventesimo Secolo.

Un po’ Edgar Allan Poe, un po’ Lovecraft, con una punta di Mary Shelley, Giovanni Poli ci trascina a cavallo tra due secoli, il 1200 e il 1900, con una doppia narrazione che racconta il passato e il presente del protagonista.

L’alternanza delle ambientazioni, che passano dalle ombrose foreste e dai cupi palazzi medievali ai colori più lievi ma dai toni seppia della Salonicco in pieno sviluppo del 1906, risulta profondamente immersiva e realistica, una finestra sul passato che mostra immagini talmente vivide da dare la sensazione che sia possibile respirare gli stessi odori del protagonista e toccare con mano ciò che lo circonda.

Lo stile è impersonale – si potrebbe definire un tantino freddo e distaccato, ma è cosa tipica della narrativa a cui si ispira – eppure, allo stesso tempo, c’è una sorta di melodia ossessiva e ridondante. Ogni pagina del testo, narrato in terza persona (tranne nelle parti in cui vengono riportate delle lettere), è un’immersione nella psiche di Isaihas, a volte umano, a volte Bestia, come lui stesso si definisce, un’immersione talmente profonda da risultare quasi intima.

L’immedesimazione del lettore con il protagonista è immediata e completa, benché di lui non si abbia neppure una descrizione approfondita. L’autore ci dà infatti un’impressione generale del suo aspetto, ma le sue caratteristiche fisiche sono volutamente tralasciate (giacché non c’è nulla di più spaventoso di quello che non è possibile cogliere in piena luce). Quello che impariamo a conoscere è la sua mente, il suo modo di pensare, le sue sensazioni e attraversi queste scopriamo il mondo che lo circonda e le persone, poche, pochissime, che interagiscono effettivamente con lui.

Lo stile di Giovanni Poli è diretto, quasi scarno, con un’abbondanza di ripetizioni come – riuscitissimo – metodo per sottolineare l’ossessione che perseguita il protagonista e le sue prede. È un romanzo rapido e lento allo stesso tempo, un romanzo d’altri tempi che grazie a impercettibili adattamenti del linguaggio riesce senza sforzo a incontrare il gusto del lettore moderno.

Mai eccessivamente violento, senza indugiare sui particolari più macabri e splatter, Isaihas si allontana dai canoni stabiliti dalla letteratura di genere degli ultimi anni e l’autore ci regala così un romanzo affascinante, diverso, antico e nuovo per linguaggio e tematiche che, senza dubbio, sarà in grado di stimolare la curiosità e l’apprezzamento di qualunque genere di lettore.

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