Stefano Impellittieri, classe 1982, piemontese, è appassionato di musica e karate. Tra i suoi autori preferiti ci sono Brandon Sanderson e Margaret Mazzantini.
La Prima Melodia è primo libro della duologia Le Cronache Armoniche (2020). La prima parte del secondo libro, Le Prime Note, è già disponibile gratuitamente sugli store online e l’uscita completa è prevista per il 2021.
Dello stesso autore è già stata pubblicata la duologia Fiocco di Neve Nero, composta da I segreti della mente di Steve (2017) e Quando la neve si scioglie (2020).
Stefano Impellitteri, in questo primo capitolo della sua duologia, pubblicato nel 2020, mostra al lettore un nuovo mondo di stampo medievale, con creature primitive definite “Scaglie” in guerra ormai da secoli contro gli “Heddelfiani”, popolo civilizzato e fedele al loro Re-Dio, ma con due ceti sociali ben distinti a seconda della loro altezza.
L’unico punto in comune tra le due razze è la capacità di alcuni eletti di manipolare le armi armoniche, riuscendo a risvegliarne la magia e sfruttandola in battaglia.
L’autore ha voluto esaltare alcuni dei temi trattati nella sua storia, come l’importanza dell’altezza, dalle cose più semplici come il nome del cibo (ritroviamo infatti l’Altanas o il Melogralto) alle cariche politiche più importanti (i Sovralti). Inoltre, al termine del romanzo ha inserito una sorta di glossario con delle specifiche interessanti sulle due razze e ciò che l’ha ispirato. Ma questa accuratezza è presente anche in molti altri elementi all’interno del romanzo dove, nell’intento di approfondire e spiegare ogni singolo passaggio, Impellitteri ha inserito numerosi dettagli che suonano, in qualche modo, come delle interruzioni nella lettura.
Questa scelta, sebbene non interferisca con la narrazione vera e propria, tende un po’ ad appesantirla e a spezzarne il ritmo della narrazione.
Questa scrupolosità è stata comunque utile all’autore per definire in modo approfondito i suoi personaggi. Tra questi, particolarmente apprezzabile è Khilam, un gobbo che riesce a sfruttare la sua deformità e l’ironia per vivere. Anche Alfarinn, comandante dell’esercito Heddelfiano e classico paladino tipico dei giochi di ruolo, risulta particolarmente credibile, ma si può dire lo stesso anche degli altri personaggi che potrete scoprire leggendo il romanzo.
Per quanto riguarda le Scaglie, invece, per il momento sono ancora avvolte nel mistero, come personalità antagoniste appena accennate. Forse col secondo capitolo, in uscita proprio quest’anno, scopriremo qualcosa di più.
La mappa a inizio romanzo offre una valida idea su come sia strutturato questo mondo di cui, in realtà, vengono mostrati pochi scorci ben caratterizzati e tratteggiati a tinte vivide. Particolarmente riuscita è l’ambientazione delle Paludi di Armon, dove sono ambientate alcune delle scene più suggestive.
La narrazione di Impellitteri risulta fluida, semplice e, ribadiamo, con molti dettagli per non lasciare nulla al caso. L’unica pecca del suo stile rimane, forse, la tendenza a utilizzare i cosiddetti “spiegoni”, ma si tratta di una caratteristica tipica degli autori alle prime armi che siamo certi verrà affinata nel prosieguo della storia.
La trama e l’intreccio sono molto interessanti. L’autore ha una buona capacità di gestire i diversi elementi del racconto mantenendo un buon equilibrio, quindi non solo la guerra tra le razze e i ceti, ma anche gli intrighi politici, le storie personali dei suoi personaggi e anche un mistero legato alla musica, fulcro e anello di congiunzione tra Heddelfiani e Scaglie.
In generale, il romanzo di alcune correzioni a livello di editing, per eliminare qualche descrizione ripetuta una volta di troppo e alcune piccole ingenuità. Tuttavia, la storia in sé ha un ottimo potenziale, con un buon ritmo e una serie di colpi di scena atti a rendere interessante la lettura.
Per l’originalità dei temi trattati, pensiamo che questo romanzo possa piacere a tutti gli appassionati del genere, a prescindere dall’età, che siano in grado di andare appena oltre le imperfezioni legate all’inesperienza e pronti a scoprire un mondo “diverso” da tutti quelli a cui siamo abituati.