Buongiorno amici di Universo Fantasy,
oggi vi presentiamo la recensione di Il viaggio di uno straniero, un romanzo fantasy fantascientifico davvero interessante scritto da Magnus Torque.
Primo volume della saga Xenowatch, autopubblicato, Il viaggio di uno straniero è l’opera di esordio di questo autore particolarmente amante della privacy.
Magnus Torque è infatti uno pseudonimo, dietro il quale si cela un autore non giovanissimo ma che uno degli eventi più belli nella vita di un uomo ha spinto a celebrare trasformando in romanzo la propria fantasia e le proprie passioni.
Kelium Tre è uno dei tanti pianeti dell’universo in cui si è sviluppata una civiltà simile a quella umana.
Nonostante questo, la sua evoluzione è ancora ferma a quello che i terrestri definirebbero Medioevo e Kat vi è stata inviata per una missione di studio delle civiltà protoumane.
Data la natura estremamente patriarcale del pianeta, la ragazza decide di assumere l’identità di un uomo: Remus, l’apotecario del villaggio in cui si stabilisce.
Ma l’incontro con una creatura aliena tutt’altro che amichevole trasformerà una semplice missione di routine in un’avventura ai limiti della sopravvivenza, che si snoderà tra astronavi in missione di salvataggio, creature poco amichevoli e la necessità di proteggere un popolo che sembra già destinato a una fine orribile.
Questi i cardini da cui parte la storia scritta in modo fluente e appassionante da Magnus Torque, che ci regala un deja-vù sul meraviglioso connubio tra fantascienza e fantasy. Per chi, come me, ha letto (e riletto) tutta la saga di Darkover scritta dalla M. Z. Bradley, direi che questo primo capitolo promette molto bene.
Kelium Tre è un mondo affascinante, per quanto arretrato, che non può fare a meno di conquistare il cuore della protagonista con la sua ambientazione “incontaminata” e a tratti selvaggia.
Si tratta di un mondo in cui Kat deve immergersi, per poterlo comprendere a fondo e sviscerarne l’essenza, scoprendo che esistono cose, come ad esempio la magia, che aveva sempre ritenuto miti sorpassati.
Il tema principale della storia è uno dei più classici: il “viaggio dell’eroe”. Così come tradizionali sono la riunione dei protagonisti nella taverna e la costituzione di una “compagnia”.
Tuttavia Torque riesce a spiccare per originalità, affiancando elementi che a prima vista sembrerebbero essere inconciliabili. L’alternarsi di fantascienza e fantasy, di futuro e passato, di magia e tecnologia, creano un connubio davvero interessante che, complice la brevità di questo romanzo (poco più di un centinaio di pagine), riesce a tenere il lettore incatenato.
Lo stile della narrazione è buono, estremamente rapido e diretto, a tratti persino scarno.
Forse in questo si nota un po’ la mancanza di esperienza dell’autore, che in alcuni casi avrebbe potuto soffermarsi maggiormente e ampliare qualche descrizione o, magari, anche approfondire la psicologia di qualcuno dei personaggi. La rapidità della scrittura, infatti, non permette di calarsi appieno nei protagonisti, che risultano, talvolta, un po’ superficiali.
Nonostante questo, però, Magnus Torque è riuscito a raccontare una storia davvero interessante, appassionante e avvincente, con una sorprendente dose di originalità he incuriosisce il lettore e lo spinge a chiedersi: a quando il secondo volume?