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“LA PICCOLA PARIGI” DI ALESSANDRO TONOLI – RECENSIONE

written by Arianna Giancola Ottobre 15, 2020
La piccola Parigi - Copertina

Bentrovati, amici di Universo Fantasy.

Oggi siamo qui per parlare di un’opera davvero particolare, una sorta di fiaba che, siamo convinti, vi ruberà il cuore: La piccola Parigi, di Alessandro Tonoli, pubblicata da GWMAX.

Chiara, Chiaraccia per il nonno, è una bambina come le altre.
Allegra, vivace, sensibile e con tanta voglia di crescere, vive nel paesino di Cabiate e il pomeriggio, dopo la scuola, va a casa dei nonni nell’attesa che i genitori tornino a casa.
Anche quel pomeriggio, pochi giorni dopo la morte della nonna, Chiara ci va e suo nonno le racconta una storia strana, una storia antica, di una bambina di cui nessuno ha mai saputo il nome e di come gli abitanti abbiano cominciato a chiamare il paese “La piccola Parigi”.

La piccola Parigi di Alessandro Tonoli è un’opera che non richiede una recensione, ma un’ode.
Si tratta di un romanzo breve, appena una cinquantina di pagine, che si può leggere in poco più di un’ora. Ma in ogni singolo istante di quell’ora quello che quest’opera trasmette è pura magia.

Tonoli crea una vera e propria leggenda sul perché un paesino si possa far chiamare La piccola Parigi, facendo risalire le origini di questa consuetudine alla giovinezza del nonno di Chiara.

Il lettore torna quindi indietro nel tempo insieme a lui in un passato in cui, per certi versi, era più facile credere nella magia.
Un paese piccolo, normale, nel Nord dell’Italia quasi mezzo secolo fa. Un luogo in cui avrebbero potuto abitare i nostri nonni in cui la vita era più sociale e le novità passavano di bocca in bocca senza bisogno di supporti virtuali.
Il nonno narra quindi alla nipotina di come una bambina fosse giunta a Cabiate, di come nessuno sapesse chi fosse né conoscesse il suo nome. Ma anche di come ogni incontro con lei avesse il potere di illuminare di gioia la vita delle persone.

La piccola Parigi è una storia che parla d’amore e di speranza, di magia e trasformazione e riporta il lettore alla propria infanzia, quando con gli occhi chiusi e per metà immerso in un sogno, ascoltava chi gli leggeva una fiaba.

E lo stile dell’autore fa davvero pensare a una fiaba. Con le parole crea un ritmo e un’armonia che sono quasi ipnotici, una sinfonia che coinvolge i sensi e che non è affatto semplice riuscire a spiegare, perché ha bisogno di farsi ascoltare per poter trascinare.

Quindi vi invito davvero a percorrere le strade di Cabiate, ad andare a incontrare quella strana bambina, un po’ spirito e un po’ fata, portatrice di luce e calore, anima stessa della magia. Ma, soprattutto, vi invito ad ascoltare il suo messaggio d’amore, che travalica le leggi del tempo e dello spazio per creare il suo incantesimo.

Sie­te davvero belli. Ma due più di voi

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