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ENOLA HOLMES – RECENSIONE

Enola Holmes - Copertina

Un cast stellare per un film da – quasi – bollino verde, il film Enola Holmes è appena approdato sulla piattaforma streaming di Netflix.

La sedicenne Enola (interpretata da Millie Bobby, la Undici di Stranger Things) è la sorella minore dei più noti fratelli Holmes. Ha sempre vissuto nella casa di famiglia con la sola compagnia della madre (Helena Bonham Carter) che l’ha educata in modo “particolare”. Enola, infatti, conosce le arti marziali, la scienza e l’arte e fin da piccola ha imparato a utilizzare il proprio cervello.
Il giorno del suo sedicesimo compleanno la madre scompare misteriosamente. Fanno quindi ritorno a casa anche Mycroft (Sam Claflin) e Sherlock (Henry Cavill).
Mycroft, scandalizzato dal comportamento della sorella, decide di mandarla nel collego di Miss Harrison (Fiona Shaw, Zia Petunia nella saga dei film di Harry Potter) ma scoprirà presto che Enola non è così facile da gestire.
Nottetempo la ragazza scopre degli indizi lasciati per lei dalla madre e decide di andarla a cercare a Londra. Salita su un treno, travestita da ragazzo, fa la conoscenza del giovane visconte Lord Tewkesbury, che poco dopo salva dalle grinfie di un uomo deciso a ucciderlo (Burn Gorman).
Enola, già impegnata nella ricerca della madre, dovrà quindi risolvere anche un altro mistero per salvare la vita del giovane Lord, il tutto mentre Mycroft e l’ancora più pericoloso Sherlock sono sulle sue tracce.

Film leggero, interessante, a tratti divertente e con quella tendenza a bucare la quarta parete a cui ci hanno abituato i film (decisamente non da bollino verde) di Deadpool, è basato sul primo romanzo di una saga scritta dalla statunitense Nancy Springer e dedicata all’ultima ipotetica nata della famiglia Holmes.

L’ambientazione è quella della Londra vittoriana anche se, a differenza dei racconti di Conan Doyle, viene presentata in modo più leggero e colorato, perché vista attraverso gli occhi di Enola. Sullo sfondo delle vicende dei protagonisti, poi, è costantemente presente la situazione politica del paese, in fermento per le correnti progressiste e femministe che da lì a poco sfoceranno nella votazione per il suffragio universale.

Come sempre, in questi casi, le ricostruzioni ambientali sono piacevolissime da vedere, così come i costumi di protagonisti e comparse, e fanno da perfetto scenario di sfondo a una storia in cui tutto è basato sull’arguzia e sull’intelligenza.

La caratterizzazione dei personaggi è davvero splendida sebbene, forse, eccessivamente accentuata, ma questo dipende, in gran parte, dalla visione della stessa protagonista.

Mycroft è quasi una caricatura del suo personaggio originale: pomposo, composto nel suo ruolo, più interessato a difendere il proprio buon nome che la felicità della sorella, bigottamente chiuso nella propria concezione del femminile.

Non stupisce, quindi, che per l’educazione di Enola si rivolga a Miss Harrison, il cui concetto di felicità femminile risiede nell’essere moglie, madre e socialmente accettata.

Sherlock, invece, è molto più umano che nella versione classica.
Cavill (L’uomo d’acciaio e The Witcher) dà un’impronta inedita all’investigatore di Baker Street dimostrando affetto e attenzioni per la sorellina, per la quale prova una forte empatia a causa, probabilmente, della sua spiccata intelligenza, tanto da trovare persino divertente il fatto di “essere stato battuto”.
L’umanizzazione di Sherlock ha addirittura procurato a Netflix una causa legale. La Conan Doyle Estate, che detiene i diritti delle opere dell’autore, ha infatti accusato la piattaforma di raffigurare Sherlock Holmes come un personaggio che prova emozioni, cosa che accade solo nelle opere del periodo tra il 1923 ed il 1927, coperte ancora da copyright e non di pubblico dominio come le restanti.

Una menzione d’onore va sicuramente dedicata alla magnifica interpretazione di Burn Gorman, per la parte di Linthorn, l’assassino alle calcagna del giovane Lord Tewkesbury che darà a Enola del vero filo da torcere.
Attore di grandissima esperienza, in questo ruolo, quasi privo di battute, riesce comunque a dare una prova di altissimo livello, trasmettendo un vero e proprio senso di terrore con la sua sola presenza scenica.

Insomma, vuoi per la storia, vuoi per l’ambientazione o per la magistrale interpretazione, Enola Holmes risulta decisamente divertente e stuzzicante, l’ideale per una serata leggera da passare in famiglia.
Noi lo abbiamo apprezzato moltissimo e siamo lieti di sapere che, grazie al successo di critica riscontrato, è probabile che venga realizzata anche una seconda pellicola, sempre basata sui racconti letterari di Nancy Springer.

Voi lo avete visto? Cosa ne pensate? Diteci la vostra in un commento!

ENOLA HOLMES – RECENSIONE was last modified: Settembre 25th, 2020 by Arianna Giancola
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