Harry Potter e la pietra filosofale è stato pubblicato ormai vent’anni fa e, come la stessa J. K. Rowling ha raccontato, la prima edizione del libro aveva una tiratura di solo 500 copie e per di più distribuite nelle biblioteche. Oggi il numero delle copie vendute in tutto il mondo supera i 440 milioni (fonte: studenti.it © 2017 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., http://blog.lovereading.co.uk/, https://libreriamo.it/libri/i-10-libri-piu-letti-di-tutti-i-tempi-2/), rendendo J. K. Rowling una delle scrittrici più celebri di tutti i tempi e terza al mondo per vendite. Tanto basta per definire la saga di Harry Potter, il maghetto con la cicatrice a forma di saetta, un fenomeno culturale senza precedenti, riuscendo a far appassionare grandi e piccoli in tutte le parti del mondo. Ed è questo che risulta di particolare interesse nel mondo letterario, perché non si tratta di una lettura sterile e puerile, bensì di romanzi con una struttura narrativa ben definita, con un linguaggio e scenari impressionati, stimolanti nonché originali.
Analizzando le fonti mondiali sulle vendite, viene spontaneo paragonare l’esorbitante risonanza mediatica e cinematografica con la saga Lord of the Rings, scritta da John Ronald Reuel Tolkien (e superata dal maghetto per numero di copie vendute). Entrambi rientrano in quello che viene definito classicamente fantasy e in entrambe le saghe assistiamo alla creazione di storie nelle storie, con una struttura che unisce in sé la trama senza lasciare mai il filo conduttore.
Il personaggio protagonista, Harry Potter, rispecchia l’archetipo dell’eroe fiabesco vivendo la propria vita nell’oscurità e solitudine finché non scopre di essere, invece, il prescelto. La nuova realtà di Harry è totalmente differente dal mondo ordinario in cui è vissuto fino al momento della scoperta delle proprie doti magiche, è un ambiente con regole e leggi con cui il ragazzo deve confrontarsi e alle quali dovrà adeguarsi. La storia di Harry Potter è un percorso nel quale il protagonista, e tutti gli altri personaggi principali, cresceranno, soffriranno, gioiranno ma che porterà all’adempimento del proprio dovere. Dunque, tutti gli elementi evidenziano una storia con una struttura classica.
Ed ecco qui che ritroviamo nella scrittura della Rowling gli elementi che lo stesso Tolkien definiva fondamentali nel suo saggio Sulle fiabe (On Fairy-Stories): fantasia, recupero, fuga e consolazione.
In questo saggio Tolkien tentò di spiegare la natura delle fiabe, esaminandone le teorie sulle origini e, soprattutto, cercando di respingere la percezione che le favole fossero un argomento riservato ai bambini. Praticamente, così facendo, spianò il campo ai suoi capolavori, ricollocando di fatto le storie fantastiche in una posizione più elevata nell’ambito letterario. D’altronde, Tolkien affermava con convinzione che i bambini non possono essere pensati come appartenenti ad un’unica “classe” umana, con gusti uguali e predefiniti. Al contrario, molti bambini, come anche molti adulti, nutrono un innato desiderio nei confronti della “meraviglia”. Generalmente, coloro che nascono con questo desiderio non lo smarriscono nell’arco della propria vita, neanche quando la società impone di reprimerlo poiché considerato infantile. Tolkien, naturalmente, apparteneva alla tipologia di bambino bramoso di avventure magiche.
In Harry Potter, le descrizioni della Rowling e gli innumerevoli riferimenti a creature, personaggi, e via dicendo danno al lettore la sensazione che tutto sia vero, concreto, tangibile. Nulla viene percepito come forzatura o elemento estraneo. Il primo elemento definito da Tolkien quindi, la fantasia, è pienamente realizzata.
Il recupero, inteso dal maestro come “riprendere una chiara visione della realtà o verità” si concretizza nell’attimo stesso in cui Harry scopre di appartenere al mondo magico. Da quel momento in poi, tutti gli avvenimenti inspiegabili del passato trovano risposta. Assistiamo alla meraviglia con il quale questo giovane mago acquista consapevolezza di ciò che lo circonda, con stupore e fascino. Ma l’intraprendenza e lo humour della Rowling rendono ancora più stupefacente la narrazione. Difatti, ci mostra il mondo in cui ognuno di noi vive, attraverso gli occhi dei maghi.
Così facendo, giungiamo alla fuga, terzo elemento fondamentale per Tolkien: Harry nutre un disperato bisogno di fuggire lontano dai Dursley, alla condizione personale che vive da sempre e, grazie alle proprie magiche origini, riesce a scappare e immergersi in una nuova realtà; avrà degli amici, apparterrà al mondo magico che avrebbe dovuto conoscere da sempre, sarà il prescelto che tutti conoscono, il ragazzo che è sopravvissuto. La lettera speditagli per l’iscrizione al primo anno magico segna l’inizio della fuga e il nuovo cammino verso la rinascita del proprio io.
Infine, arriviamo alla consolazione. Dopo tante vicissitudini, scontri e perdite, tutte le difficoltà vengono superate, gli ostacoli abbattuti e arriva il lieto fine.
Questa saga è la più venduta al mondo nell’ambito fantasy perché all’interno è possibile ritrovare personaggi con il quale è semplice identificarsi, da amare e detestare, con vissuti comuni in cui ognuno può immedesimarsi. Non ci sono supereroi né supereroine, ma ragazzi e ragazze, uomini e donne comuni. I giovani protagonisti della storia non sono eroi imbattibili, ma tre ragazzini che personificano da un lato quel senso di inadeguatezza tipica degli adolescenti, dall’altro la necessità di essere sé stessi e piacere per questo agli altri.
Il mondo magico stesso non è solamente una realtà sorprendente e familiare, con dinamiche incentrate su una routine come la scuola, i compagni, i rapporti sociali, ecc… bensì un mondo articolato e definito all’interno di una struttura narrativa che, raccontato minuziosamente, rende questi romanzi tra i più celebri di sempre identificando, di fatto, tutti gli elementi che lo stesso Tolkien ha adoperato nei suoi celebri racconti.
Inoltre, non dobbiamo dimenticare che questi romanzi sono stati e sono tutt’ora oggetto di studi psicologici, sociologici nonché sociali. D’altronde il male viene sconfitto da sentimenti come l’amore, l’amicizia e il coraggio; le azioni non avvengono sempre davanti a “spettatori” avidi, ma in un confronto intimo tra buoni e cattivi. Ed è proprio questo che la Rowling è stata in grado di fare e, forse, ciò che ha segnato il suo successo: insegnare ai propri lettori a essere coraggiosi, perseguire sempre i propri sogni, a credere nei valori nobili, ad amare la vita e non temere la morte. Sono queste le ragioni che, dopo vent’anni, spingono nuovi lettori ad approcciarsi a questi romanzi: la magia che solo Joanne Rowling è stata in grado di donare a tutti noi.