«Il cancello sta per cedere!» Sono le ultime parole pronunciate da Anion prima che il legno del cancello esploda verso l’interno, permettendo agli invasori di superare le difese esterne del Forte Betulla, l’ultima barriera tra l’Orda Verde e il cuore del Grande Albero.
«I Troll sono entrati! Respingeteli!» Le grida degli ufficiali cercano di sovrastare il trambusto, ma le putride creature dalla pelle coperta di muschio rancido dilagano rapidamente nella Volta dei Sussurri, arrampicandosi lungo le pareti e sul soffitto della sala all’interno del tronco ligneo.
In risposta ai versi gutturali degli aggressori, si leva il rumore argenteo prodotto da centinaia di ali che battono all’unisono e la Legione D’ambra scende nella mischia con la forza di una tempesta incantata. Volute di polvere riempiono l’aria quando le fate combattenti si gettano nella mischia. Maschi e femmine dalla pelle scurita dal sole, avvolti in scintillanti armature di ambra solidificata, brandiscono lance e spade dello stesso materiale, capace di respingere perfino i troll.
Iaro e Uviria, i gemelli notturni dagli occhi completamente neri, guidano il contrattacco volando tra i rami intrecciati della volta arborea, piombando direttamente sugli avversari e respingendoli rapidamente indietro, oltre la breccia. Per un attimo sembra sia finita, poi le sorti dello scontro cambiano ancora. Alcuni nemici strattonano le pesanti catene in cui sono avvolti e dalle loro stesse carni emergono piccoli Miconidi, creature funginee rese schiave dai Troll molti cerchi addietro, prima di quanto chiunque riesca a ricordare. Nubi di spore tossiche inondano l’aria, soffocando sia i difensori del cancello che la guardia d’ambra. Saranno pure esseri magici, ma anche loro hanno bisogno di respirare. Nel caos generato dal fumo soffocante, due delle creature verdastre si rialzano. Sgusciate oltre la linea dei difensori al momento della breccia, hanno atteso il momento giusto per agire e ora, approfittando della confusione, procedono indisturbate verso il cuore dell’albero.
Lui non è un guerriero, è un giardiniere incaricato di curare l’albero.
Vorrebbe avvertire qualcuno, ma le spore gli impediscono di gridare, così fa l’unica cosa possibile: insegue le creature. È una decisone estremamente pericolosa della quale indubbiamente si pentirà, ma non ha altra scelta. Corre oltre la grande sala, inoltrandosi nel dedalo di corridoi interni e dirigendosi verso il nucleo della pianta, fermandosi solo quando il dubbio si insinua nella sua mente: «Come potreste voi trovare la camera segreta dentro questo labirinto? Senza una guida sarebbe impossibile», afferma lui, ad alta voce, rivolto alle pareti del corridoio dal quale si staccano i due troll dalle notevoli abilità mimetiche. «Non ti saresti dovuto fermare. Dicci dove andare, piccola fata», ringhia minaccioso uno dei due, contrariato dall’essere stato scoperto.
«Mai!» La sua voce è ferma: non cederà. «Sei stupido quanto coraggioso.» «Non sono nessuna delle due cose, semplicemente, io credo nelle fate!» ribatte alle minacce del Troll mostrando un’incrollabile fiducia nei propri fratelli e sorelle. Una fede ripagata quando Iaro sopraggiunge alle spalle dei due e li sbaraglia, mentre atterra su di loro mulinando la propria lancia.
Racconto scritto per Associazione Culturale Universo Fantasy da Francesco Lodato.
Immagine realizzata da The Black Rabbit Art.