Bentrovati, amici lettori!
La Redazione, oggi, ha scelto per voi di recensire un nuovo romanzo Fantasy: “Viscere – Kairos il divino”, scritto da Marco Palumbo ed edito da Mazzafirra Editrice.
Palumbo, classe ‘79, amante dei classici, della filosofia e dell’heavy metal, ha già pubblicato diversi saggi di storia dell’arte su riviste specializzate del settore, ma oggi ci propone un sorprendente romanzo fantasy, Viscere appunto, che è il primo volume di una saga. Non sappiamo da quanti volumi sarà composta l’opera, ma l’autore stesso, sulla propria pagina Facebook, annuncia ai suoi lettori di essere impegnato nella stesura del quarto libro.
Ma andiamo per ordine.
A seguito di una serie di calamità naturali, terremoti, tsunami ed eruzioni vulcaniche di inaudita violenza, i grandi imperi del mondo antico sono caduti. I superstiti sono emigrati verso oriente, dando vita a quattro nuovi regni in cui sono sopravvissute tradizioni, religioni e cultura degli antichi imperi.
Il giovane Lucius, nobile rampollo del regno di Norsol e da tutti considerato pazzo, grazie alla guida dell’anziano maestro Hiro stringerà un forte legame con uno schiavo muto, sopravvissuto all’arena dei gladiatori e dotato di forza e capacità incredibili.
Tra macchinazioni politiche, inganni e vendette, emergeranno verità sconvolgenti che scuoteranno il regno fino alle viscere.
Marco Palumbo ci regala un’opera senz’altro molto particolare (a cominciare dalla splendida immagine di copertina), in cui emerge la sua conoscenza del mondo classico.
L’ambientazione si distacca infatti da quella tipica del genere, presentandoci un mondo alternativo, in cui un tempo sono esistite la Roma di Cesare, la Grecia di Alessandro Magno, l’antico Egitto e i regni dell’Asia, e in cui i popoli che lo abitano oggi sono, in gran parte, i discendenti di quelle genti. E con loro sono sopravvissute anche la cultura e le tradizioni religiose.
Il mondo di Viscere può essere considerato non una creazione fantastica, ma un universo parallelo, nato a causa dei disastri naturali. Dai dialoghi tra i vari personaggi emerge inoltre un’approfondita conoscenza della mitologia greca, egizia, norrena e giapponese, padronanza che viene sfruttata appieno nel corso della storia e che diviene motore di spinta per alcuni degli eventi principali del racconto.
Lo stile di Palumbo è sufficientemente aulico da riuscire a supportare così alte argomentazioni e altrettanto complesse ambientazioni, senza tuttavia risultare mai pesante o forzato. La narrazione è infatti scorrevole e piacevole, incisiva e diretta, senza troppi fronzoli che appesantirebbero la struttura.
Sono particolarmente ben riuscite le scene di combattimento, che si prendono il tempo necessario per “far vivere” al lettore l’azione e che risultano realistiche e curate in ogni movimento.
Per quanto riguarda i personaggi bisogna partire dal presupposto che si tratta di un romanzo corale, in cui le personalità di spicco risultano essere sei o sette.
Considerando che si tratta di un romanzo breve (120 pagine all’incirca), questa può essere considerata l’unica pecca di un’opera che per storia è stile è sicuramente molto valida.
In un numero di pagine così ridotto, infatti, risulta difficile concedere il giusto spazio a ogni personaggio, con il risultato che non solo alcuni di questi rimangono privi di una storia di background, ma in alcuni casi la caratterizzazione e la psicologia risultano addirittura superficiali, non permettendo al lettore di “affezionarsi”. Fin quasi alla fine, inoltre, è praticamente impossibile comprendere chi siano i veri protagonisti, che solo negli ultimi atti si impongono come attori principali.
Detto questo, Viscere rimane senza dubbio un’opera degna di nota e che si conclude lasciando il lettore con la voglia di conoscere il seguito e con la sensazione di aver scoperto qualcosa di nuovo e, sicuramente, alternativo al “solito” fantasy.
Siamo riusciti a incuriosire anche voi?