La Redazione di Universo Fantasy ha avuto il piacere di chiacchierare con Claudio Secci, autore torinese nonché Leader del Collettivo Scrittori Uniti, e conoscerlo meglio in occasione del Salone Internazione del Libro di Torino svoltosi nella città piemontese dall’8 al 13 maggio. In pochi istanti, tra noi si è immediatamente instaurata una sinergia professionale nonché umana sorprendentemente piacevole e coinvolgente. Dunque, confrontando i rispettivi ambiti lavorativi e gli obiettivi dei due gruppi, è stato naturale decidere di intraprendere una collaborazione. Quindi, oggi vi presentiamo Claudio e il Collettivo Scrittori Riuniti.
Claudio Secci, nasce e cresce a Torino, informatico da oltre vent’anni. Viaggiatore esperto insieme alla moglie Francesca, da ogni esperienza trae ispirazione per i suoi romanzi. Dal 2009 scrive e pubblica un libro all’anno, di genere sempre diverso.
Ecco cosa ci ha raccontato.
1. Rompiamo il ghiaccio: chi è Claudio? Raccontati ai nostri lettori.
Ciao a tutti e grazie a Universo Fantasy per essersi interessata a me! Nella vita opero nell’ambito informatico e sono sposato da dieci anni con Francesca, con la quale adoro girare il mondo in cerca di posti sempre nuovi e stimolanti.
2. Quando hai scoperto la passione per la scrittura? In particolar modo, cosa ti ha conquistato della narrazione? Nel mio caso, è avvenuto naturalmente, con un saggio che tratta di crisi esistenziali stilato spontaneamente in un periodo molto buio della mia vita, a cavallo con il mio trasferimento e ritorno nella mia città natale, Torino. Ho tenuto nel cassetto il mio primo romanzo dieci anni, poi l’ho pubblicato nel 1998 accorgendomi che il pubblico lo gradiva particolarmente. Da lì, ogni qual volta ho desiderato sfogare la mia creatività, ho iniziato a condividerla con gli altri pubblicandola. Ammetto che le soddisfazioni non sono mancate e non mancano tutt’ora, emozioni che non cambierei per nulla al mondo e che resteranno dentro di me per sempre.
3. Quando e come hai compreso che volevi diventare uno scrittore?
L’ho capito quando i miei lettori si sentivano giovati dai miei scritti. Per quanto mi riguarda è stata una sorte di missione, atta a voler far riflettere gli altri sulle mie prospettive alternative su concetti e su atteggiamenti che abbiamo nei confronti della vita. Se i consumatori dei miei scritti non ottenessero benefici, distrattivi o formativi, da ciò che pubblico, credo che il senso di questa mia passione verrebbe meno. Certo, non meno importante l’istinto di mettere su carta cosa mi passa per la testa viaggiando e cosa metabolizzo la notte su ciò che ho vissuto di giorno.
4. Qual è il libro, personaggio o autore che ti ha maggiormente affascinato e/o influenzato nel tuo modo di scrivere?
Se la domanda è riferita ai miei elaborati, credo che il libro che rappresenta di più la mia impronta stilistica e scenorafica sia “Le rose di Eusebia”, un elaborato sperimentale in cui ho cercato di mettere alla prova ogni possibile esperienza creativa accumulata negli anni. Per quanto riguarda gli autori in circolazione in questo panorama contemporaneo, credo di potermi avvicinare al genere thriller di Wulf Dorn, professionista che adoro e che seguo.
5. Come è nato il “Collettivo Scrittori Uniti”?
Il CSU è nato come conseguenza del lavoro iniziato con il SEU di Laura Santella, che ha dovuto cambiare forma e non ha potuto più dedicarsi alle fiere. Il nostro scope sono appunto le acquisizioni di spazi espositivi in tutta la nazione, che vengano poi ceduti al mero prezzo di costo a tutti gli autori che vogliano parteciparvi. Siamo cinque autori nel Direttivo, oltre a me, Jessica Maccario, Massimo Procopio, Manuela Siciliani, Manuela Chiarottino, ci consideriamo volontari e ci spendiamo per gli autori gratuitamente cedendo tutta l’esperienza, i contatti e le nostre capacità affinché possano essere convincenti nel proporre i loro libri e trarre il massimo dalle fiere con i loro prodotti.
6. Qual è la mission del CSU? E i vostri obiettivi a medio/lungo termine?
Lo scopo principale del CSU è la condivisione e la fratellanza comunitaria. Nelle nostre fiere l’autore che si trasforma in commesso vende i libri di tutti gli autori, non soltanto il proprio. Le vendite restano al 100% all’autore senza provvigioni o commissioni per il Collettivo. Gli autori non spendono un centesimo per partecipare alle fiere se non l’esatta cifra del tavolo spesa dal Direttivo, divisa per il numero dei partecipanti. Alle nostre fiere si fanno sempre interviste streaming con le nostre blogger presenti in stand o con le nostre emittenti partner (radio e tv). Il tutto, ovviamente, gratis.
7. A cosa stai lavorando in questo momento? Parlaci dei prossimi impegni che ti coinvolgeranno.
Proprio oggi termino il mio quindicesimo romanzo, ispirato da una trasferta di lavoro. Da qui a settembre proseguirà il tour di “Occhi lucidi” con presentazioni in giro per l’Italia, nel frattempo ho degli eventi di nostri autori da condurre, altri da organizzare, fiere alle quali ci stiamo già iscrivendo per questo autunno e inverno che verrà. È molto difficile che in una giornata non ci siano autori da aiutare per una pubblicazione, per una promozione, per un’impaginazione, per un consiglio. Riceviamo email tutti i giorni per qualsiasi tipo di assistenza, e siamo felici di riuscire ad aiutare tutti quelli che ci scrivono nel giro di poche ore.
8. Hai appena pubblicato “Occhi lucidi”, il sequel di “A piedi nudi”. Quando uscirà la nuova storia di Gisèle? Hai una piccola anticipazione per noi?
Come ho già accennato nelle presentazioni del libro, non so se avrebbe senso un nuovo episodio di Gisèle, proprio ora che si sta “adeguando” a modi di fare e atteggiamenti più maturi e consapevoli. Vediamo il pubblico cosa risponderà a questo secondo episodio e poi vedremo. Per ora il numero delle copie vendute è davvero promettente ma, non essendo un autore che scrive per vendere, se non vedo nel personaggio Gisèle qualcosa che, ormai ventenne, possa dare un valore aggiunto alla prospettiva di comportamento, per far riflettere le sue coetanee, so che non proseguirei in questa serie.
9. Noi di Universo Fantasy ci occupiamo di letteratura fantastica e fantascientifica, dunque è obbligatoria una domanda a riguardo: chi è il tuo scrittore preferito (o la saga o singolo romanzo) e perché?
Questa risposta non vi piacerà probabilmente [ride, NdR] ma il genere fantasy è proprio un genere che non prediligo; quindi, a parte qualche autore fantasy del Collettivo Scrittori Uniti che ogni tanto mi regala uno dei suoi elaborati, non acquisto e non leggo fantasy. Io sono proprio opposto a questo modo di concepire la letteratura, mi piace che il lettore possa immedesimarsi appieno, anche nella vita reale e quotidiana, in ciò che legge. Questo non toglie al fantasy il suo fascino e la sua capacità di far sognare e viaggiare per mondi lontani, e il modo in cui lo curate e promuovete è sicuramente eccellente. La vostra Associazione è qualcosa di straordinario, per questo vi faccio i miei sentiti complimenti.
10. Concludiamo la nostra intervista con un consiglio per i nostri lettori: cosa ti senti di dire a coloro che desiderano intraprendere la carriera letteraria? E qual è per te la parte più difficile di fare lo scrittore?
Scrivere in questo momento del mercato editoriale, se lo si fa per apparire o trovare una collocazione di visibilità nella bolgia di autori presenti, è una sfida tremendamente difficile. Se lo spirito di un esordiente è questo, lo sconsiglio con tutto me stesso. Quindici anni fa era diverso, si dava più peso alla qualità e al sacrificio, pubblicare era ancora qualcosa di prestigioso e si leggeva molto più di adesso, quando nelle mani dei consumatori c’erano meno smartphone e tablet, e più carta. La liquefazione editoriale e il nostro stile di vita mutato ha portato a modificare il mercato del libro, la tipologia e il numero dei lettori, che nel tempo sono diventati spesso autori. Si pubblica più di quel che si legge, il tipo di emozione che il lettore desidera ottenere ha cambiato prodotto e genere. Prima di essere scrittore, l’autore deve farsi un esame di coscienza e chiedersi perché vuole farlo, dieci, cento, mille volte, e rammentare che laddove non c’è un minimo di passione, ci sono hobby molto più semplici e remunerativi da intraprendere.