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INTERVISTA A EDOUARD KLOCZKO, VERO ESPERTO DI LINGUE TOLKIENIANE – INTERVIEW WITH EDOUARD KLOCZKO, A TRUE EXPERT IN TOLKIENIAN LANGUAGES

written by Redazione Ottobre 13, 2018

di Camilla Fontana e Martina Cau

Edouard Kloczko, nato nel 1963 in Ucraina, è un linguista e un incredibile esperto nei linguaggi creati da J.R.R. Tolkien. Ha scritto numerosi libri tra cui citiamo “Le Dictionnaire des langues eliques: quenya et telerin” (Il dizionario dei linguaggi elfici: quenya e telerin) e “Dictionnaire des langues des Hobbits, des Nains, des Orques et autres créatures de la Terre du Milieu, de Númenor et d’Aman” (Dizionario delle lingue degli Hobbit, dei Nani, degli Orchi e altre creature della Terra di Mezzo, di Númenor e dell’Aman), che possono essere entrambi trovati all’interno di quella gigantesca opera che è l’Enciclopedia della Terra di Mezzo, “Le Monde magique de Tolkien” (Il mondo magico di Tolkien) e “L’Encyclopédie des Elfes d’après l’œuvre de Tolkien” (L’enciclopedia elfica dopo l’opera di Tolkien). Contribuisce inoltre a “The Words of Middle-earth” (Le parole della Terra di Mezzo), una colonna linguistica per il bolletino mensile della Mythopoetic Society, Mythprint. Nel 1985 ha fondato la Faculté des études elfiques (Scuola di studi elfici, il cui acronimo è Fée, che è la parola francese per fata), la prima organizzazione letteraria ed educativa non-profit dedicata allo studio e alla discussione delle opere di Tolkien.

Noi abbiamo incontrato Kloczko a FantastikA 2018 a Dozza un paio di settimane fa, il 23 settembre, dove ha fatto dei workshop sulle lingue elfiche e una conferenza su Tolkien e le lingue da lui create. Siamo sicuri che molti di voi sono interessati nell’apprendere quanto più possibile su Tolkien e la sua incredibile creazione quanto noi, quindi speriamo che apprezzerete questa interessante intervista con lui!

1. Quando hai incontrato Tolkien per la prima volta? Con che libro hai iniziato e qual è stata la tua prima impressione delle sue opere?
Ho letto per la prima volta “Lo Hobbit” in francese, “Bilbo the Hobbit”, quando ero un’adolescente alla fine del 1970. Non sapevo nemmeno chi fosse J.R.R. Tolkien. È stato un commesso in una libreria parigina a darmi la copia del libro, quando ho chiesto qualcosa di originale da leggere.

2. Cosa ti fa amare questo autore così tanto?
Non mi sono innamorato immediatamente delle storie di Tolkien. Ho trovato “Bilbo the Hobbit” un libro veramente buono e anche divertente, ma la traduzione francese non era delle migliori. Alcuni giorni dopo sono tornato nella stessa libreria a chiedere un altro libro di Tolkien. Questa è la storia di come ho letto “Il signore degli Anelli” o “Le seigneur design anneaux”. In quel periodo (e anche ora) stavo soprattutto leggendo storie Sci-Fi. Qualche anno dopo, nel 1981-1982, mentre vivevo a New York, ho scoperto i libri di Tolkien in inglese e, soprattutto, le innumerevoli appendici de Il Signore degli Anelli (non ancora tradotte in francese all’epoca) e l’appena pubblicato “Racconti incompiuti”. Questo è esattamente come le storie di Tolkien mi hanno incatenato a loro.

3. Qual è secondo la tua opinione la caratteristica che rende Tolkien un autore amato in tutto il mondo?
Ci sono voluti dieci anni per far sì che i libri di Tolkien si innalzassero da essere un semplice culto in un campus ad essere considerato uno dei più grandi scrittori britannici. Ma tutt’oggi Tolkien riceve ancora delle critiche. Non è (ancora) considerato uno scrittore classico” come Shakespeare o Lewis Carroll. “Lo Hobbit” e “Il Signore degli Anelli” sono adatti per un vasto pubblico, per il semplice fatto che Tolkien sapeva come narrare una storia lunga ed eccellente”, credo. Si focalizza sui personaggi e le loro relazioni in ambienti non proprio familiari, e questo lo rende veramente un mix dalla grande attrattiva. Il suo amore per la natura parla a molti lettori oggi, così come lo faceva nel XX secolo.

4. Lei è attualmente un davvero noto esperto delle lingue elfiche di Tolkien. Ma cosa l’ha spinta ad iniziare ad interessarsi in questo aspetto della creazione di Tolkien?
Ho sempre amato le lingue. Io sono nato in Ucraina, per la precisione a Lviv, ma ho vissuto i primi anni della mia infanzia nel paese di mia madre, Lettonia, nel porto di Riga. In queste parti d’Europa, le persone sono abituate a parlare o anche solo comprendere due o più lingue. Il fratello di mio nonno (Mark Joffè, il padre del regista inglese Roland Joffé) parlava dieci lingue, tutte fluentemente. Trovavo piuttosto sciocche tutte le storie fantascientifiche che leggevo, dove tutti parlavano una sola lingua. La Terra di Mezzo di Tolkien, con la sua società multi-linguistica, mi ha attirato molto di più. E anche gli Elfi sembravano molto complessi. Amo tutto questo.

5. Qual è stata la visione dietro l’apertura della “Faculté des études elfiques”?
Nel 1985, Tolkien non era molto conosciuto in Francia. Io volevo incontrare e scambiare i miei pareri con altre persone che avevano lo stesso interesse per Tolkien che avevo io. Questo era prima di internet e dei social media, badate bene. Quest’anno, il 2018, ho fondato la “World Elvish Language Association” (Associazione mondiale della lingua elfica) o WELA, un’associazione internazionale di linguisti che si dedicano a studiare la lingua degli Elfi inventata da J.R.R. Tolkien. Alla fine dell’anno prossimo si terrà anche un congresso.

6. Quanto sappiamo attualmente di queste lingue? Sono cambiate da quando lei ha iniziato a conoscerle?
Oh, oggi siamo a conoscenza di molte più cose! Quasi ogni anno, dal 1980, i documenti di Tolkien dove spiegava le Lingue Artificiali, le loro strutture e il loro vocabolario, sono stati pubblicati, ma sfortunatamente, solo in fan magazine e sono rapidamente diventate fuori stampa. E badate bene, solo una piccola porzione dei documenti scritti da J.R.R. Tolkien sono stati pubblicati. Tutto sommato, oggi conosciamo dieci volte tanto le sue lingue costruite, rispetto a come le conoscevamo nel 1980.

7. Nella sua opinione, con le conoscenze che abbiamo attualmente, specialmente nel Quenya, potrebbero queste essere considerate vere lingue con abbastanza regole e termini per essere parlate?
Parlare Quenya o Sindarin è molto semplice. Basta leggere a voce alta quello che Tolkien ha scritto e si parla l’Elfico tranquillamente. Ma se intendi parlare “fluentemente” l’Elfico, allora è una cosa completamente diversa, ed è molto più difficile ovviamente. Parlare fluentemente ogni lingua, sia che sia inventata o meno, necessita di un processo di studio (il quale può durare tanto tempo). Si deve per forza leggere una grammatica riguardante la lingua che si vuole imparare o impararlo da un madrelingua o da un insegnante. Attualmente solo tre grammatiche “complete” sulla lingua degli Elfi sono state pubblicate, e descrivo la lingua come è stata inventata da Tolkien nel 1920 e 1930, prima che scrivesse “Il Signore degli Anelli”. Le regole in queste grammatiche sono diverse da quelle che un lettore o, anche, un fan potrebbe aspettarsi dopo aver letto “Il Signore degli Anelli” o “Il Silmarillion”. Tolkien non ha creato le sue lingue elfiche in un unico passaggio, ma ci ha lavorato in diverse fasi. Inoltre, la lingua degli Elfi era concepita da Tolkien stesso come irregolare, complicata, con numerose regole e molto simile a qualsiasi altra lingua realmente esistente.

8. C’è un qualche meccanismo che manca in queste lingue che vorresti davvero che venisse scoperto nei numerosi manoscritti ancora non letti che Tolkien ci ha lasciato? E c’è qualcosa che vorresti davvero sapere ma che è ancora sconosciuto?
Non so ancora come declinare nel caso accusativo i nomi della lingua Quenya che finiscono con una consonante, come Q. nér “uomo, maschio”, secondo le regole grammaticali che Tolkien ha creato nella quarta e ultima fase di questa lingua (dopo il 1949-1950). Sono piuttosto sicuro che Tolkien abbia scritto qualcosa su questo argomento, ma quella parte non è stata pubblicata. Un testo che mi piacerebbe davvero leggere è un saggio sulla lingua Nandorin, quella parlata dagli Elfi di Lothlorien, e le tradizioni degli Elfi Silvani. Tolkien ha scritto qualcosa, ma sta prendendo polvere nella biblioteca Bodleiana. Ha scritto molto anche sulla grammatica dei Sindarin, ma fino ad oggi niente è stato pubblicato, sfortunatamente. Questa lingua è un insieme di dialetti ed è molto più complessa del Quenya. Per esempio, nel Doriath e nella città di Gondolin, si parlavano due dialetti completamente diversi. Il nome Hithlum è Nord Sindarin, nel sud invece veniva chiamato Hithlũ. Nella terza era, i Numenoreani e i Gondoriani parlavano una forma speciale del Sindarin. Tolkien ha scritto in maniera molto estesa sull’argomento. È veramente triste che poco sia stato pubblicato attualmente.

9. Quale approccio consiglieresti a qualcuno che sta iniziando a conoscere Tolkien e che vuole imparare le lingue elfiche?
Per prima cosa bisogna imparare bene l’inglese ovviamente. Tolkien ha scritto la grammatica e luso della lingua degli Elfi sono in inglese (dando ogni tanto spiegazioni in latino, inglese antico e anche francese); e bisogna studiare anche linguistica. Tolkien non ha scritto per lettori casuali; per esempio possiamo trovare frasi come “Una distinzione primaria in Eldarin è tra i verbi basici e i verbi derivati. I verbi basici sono di solito (originariamente forse anche sempre) della forma monosillabica KAL-radice. Non richiedono un suffisso per capire la loro funzione verbale, e nemmeno un affisso da posizionare tra la radice e i definitori dei tempi verbali”. Bisogna aver studiato la linguistica per capire il significato del testo e dei termini come “monosillabico”, “suffisso”, “affisso”, “radice”, “tempo verbale” e per sapere cosa si intende per “KAL-radice” bisogna addirittura aver studiato anche della “terminologia elfica”. Fortunatamente, quella parte è stata pubblicata, quindi siamo a conoscenza del significato di KAL-radice. Non è semplice. Questo è il motivo per cui alcuni “fan”, invece di studiare gli scritti e la linguistica di Tolkien, fingono che lui non abbia mai scritto una grammatica elfica o che abbia cambiato costantemente idea, così possono fare quello che vogliono con la lingua, inventando la loro privata Neo-lingua. Ma lo fanno semplicemente perché non hanno capito quello che Tolkien ha scritto. Si possono trovare on line anche articoli in italiano come “Cosa sta succedendo alle lingue elfiche?”.

10. Lei è diventato un linguista grazie all’influenza di Tolkien, o è stato coinvolto dall’elfico perché aveva un precedente interesse per le lingue? E visto che lei è un linguista, ha mai provato o pensato di provare a creare il suo linguaggio personale?
Si, sono diventato un linguista perché volevo studiare le Lingue Artificiali di Tolkien nel 1981-1982. Avevo anche un interesse profondo nelle lingue, visto che sono cresciuto in una famiglia dove erano parlate numerose lingue (Ucraino, polacco, russo, yiddish e tedesco), e all’età di 19 anni avevo già vissuto in cinque diversi paesi. Ho dovuto imparare alcune lingue anche io, ma non ho mai provato a crearne una. Preferisco studiarle.

11. Sta lavorando a qualcosa al momento?
Sto lavorando alla seconda edizione (migliorata e corretta) del mio libro italiano “Lingue Elfiche” su Quenya e Telerin. La prima edizione è stata pubblicata più di 10 anni fa. Ha veramente bisogno di un rinnovo totale! Sto anche scrivendo un libro in inglese su Tolkien e le sue Lingue costruite. Un libro ad ampio spettro, nel quale cercherò di spiegare come Tolkien ha lavorato e perché ha creato così tante lingue complicate. Ultimo ma non ultimo, attualmente sto lavorando con una squadra internazionale di topografi e designer ad un nuovo e completamente funzionale set di font in Tegwar. Dovrei presentare a breve il mio progetto su Kickstarter.

Ringraziamo sentitamente Edouard per le sue interessantissime risposte, e seguiremo con piacere tutti i suoi progetti future!

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INTERVIEW IN ENGLISH

Edouard Kloczko, born in 1963 in Ukraine, is a linguist and an incredible expert in the constructed languages of J.R.R. Tolkien. He wrote many books as “Le Dictionnaire des langues eliques: quenya et telerin” and “Dictionnaire des langues des Hobbits, des Nains, des Orques et autres créatures de la Terre du Milieu, de Númenor et d’Aman”, that can both be found in the enormous work that is the Encyclopédie de la Terre du Milieu (Encyclopedia of Middle-earth), “Le Monde magique de Tolkien” or “L’Encyclopédie des Elfes d’après l’œuvre de Tolkien”. He also contributes to “The Words of Middle-earth”, which is a linguistic column of the monthly bulletin of the Mythopoeic Society, Mythprint. In 1985, he founded the Faculté des études elfiques (School of Elvish Studies, whose acronym is Fée, which is the French word for fairy), the first French literary and educational non-profit organization dedicated to the study and discussion of the works of Tolkien.

We met Kloczko at FantastikA 2018 in Dozza a couple of weeks ago, on the 23rd of September, where he performed workshops on the elven languages and lectures about Tolkien and his constructed languages. We are sure that many of you, like us, are very interested in learning as much as it’s possible on Tolkien and his amazing creation, so we hope that you’ll enjoy this interesting interview with him!

1. When did you first encounter Tolkien? With which book did you start and what was your first impression of his work?
I first read “The Hobbit” in French, “Bilbo le Hobbit”, when I was a teenager at the end of the 1970. I did not know who J.R.R. Tolkien was. It was a book dealer who handed me a copy of the book in a Parisian bookshop when I asked something original to read.

2. What make you love this author so much?
I did not fell in love immediately with Tolkien’s stories. “Bilbo le Hobbit” was a very good story and quite funny but badly translated into French. I went back to the bookshop a few days later for another book by Tolkien. This is how I read “The Lord of the Rings” ou “Le seigneur des anneaux”. I was then (as now) mainly reading Sci-Fi. A few years later, in 1981-1982, while living in New York, I discovered Tolkien’s books in English and especially the numerous appendices of The Lord of the Rings (not translated into French then) and the newly published “Unfinished Tales”. This is how I really became “hooked”, so to speak.

3. What are in your opinion the characteristics that make Tolkien such a cosmopolitan loved author?
It took about ten years for Tolkien’s books to rise from a small campus cult to the status of great British writer. But even today Tolkien has a few critics. Tolkien is not (? yet) a “classic” like say Shakespeare or Lewis Carroll. “The Hobbit” and “The Lord of the Rings” appeal to a wide audience because Tolkien knew how to tell a “good and very long story” I think. He focuses on characters and their relations in rather unfamiliar surroundings in a very appealing mix. His love of nature speaks to many readers too as it did in the XXth century.

4. You are now a very well-known expert of Tolkien’s Elven language. But what did make you start having an interest in this aspect of Tolkien’s creation?
I always loved languages. I was born in Ukraine, in Lviv, but lived my early childhood in my mother’s country Latvia, in the seaport of Riga. In these parts of Europe people tend to know and speak two or more languages. The brother of my grandfather (Mark Joffé, the father of the English film director Roland Joffé) spoke ten languages fluently. In all these Sci-Fi stories I was reading where everybody spoke just one language looked rather silly to me. Tolkien’s Middle-earth with its multilingual society attracted me much more. And Elvish looked very complicated. I love that.

5. What was the vision behind the opening of the “Faculté des études elfiques”?
Back in 1985, Tolkien was not a well know author in France. I wanted to meet and exchange with other Tolkien oriented people like me. It was well before Internet and social media, mind you. This year, 2018, I founded the “World Elvish Language Association”’ or WELA, an international association of linguists dedicated to the study of the Elvish languages constructed by J.R.R. Tolkien. A congress will be held next year.

6. How much do we know about these languages now? Did they change from when you started getting to know them?
Oh, we know today much more! Almost every year, since 1980, Tolkien’s papers in which he explained his Constructed Languages, its structure and vocabulary, have been published but only in fanzines unfortunately, and rapidly out of print. And mind you, only a small portion of all the papers written by J.R.R. Tolkien has been published to date. All in all, in 2018 we know ten times more about his ConLangs than we did back in the 1980.

7. In your opinion, with the knowledge that we have now, especially about Quenya, could it be considered a proper language with enough rules and terms to be spoken?
Speaking Quenya or Sindarin is very easy. You read aloud what Tolkien wrote and there you speak Elvish. But if you mean speaking “fluently” his Elvish ConLangs, that is something completely different, and much more difficult indeed. To speak fluently any language, invented or natural, involves learning (something which takes a lot of time). You must either read a complete grammar of the language you want to learn or learn it from a fluent speaker or a teacher. Only three “complete” grammars of Elvish languages have been published so far. They describe the Elvish languages as Tolkien invented them in the 1920 and 1930, before he wrote the “Lord of the Rings”. The rules in these grammars are different from what reader or even the fan might expect after reading “The Lord of the Rings” or “The Silmarillion”. Tolkien did not invent his Elvish Languages once and for all; he worked in stages. Furthermore, the Elvish languages were conceived by Tolkien as irregular, complicated, with many rules, very much like any natural languages are indeed.

8. Is there some mechanism missing in this language that you would love to be discovered in the many unread manuscripts that Tolkien left us? Is there something that you would really love to be able to know about these languages and that is still unknown?
I still do not know how to decline in the accusative case the Quenya nouns ending in a consonant, like Q. nér “man, male”, according to the grammar rules as Tolkien conceived them in the fourth and last external stage of Quenya (after 1949-1950). I’m pretty sure Tolkien wrote about that but that part has not been published.
A text I would like very much to read is an essay about the Nandorin language, the one spoken by the Elves of Lothlorien, and the traditions of these Sylvan Elves. Tolkien wrote it but it is gathering dust in the Bodleian Library. Tolkien wrote a lot about the grammar of Sindarin too. So far almost nothing has been published. It is rather unfortunate. Sindarin is made of many dialects and has a much more complicated grammar than Quenya. For example, in Doriath and the city of Gondolin two very distinct Sindarin dialects were spoken. The name Hithlum is North Sindarin, in (South) Sindarin that region was named Hithlũ. In the Third Age the Númenoreans and the Gondorians spoke a special form of Sindarin. Tolkien wrote extensively about all this. It is unfortunate that so little has been published today.

9. Which approach would you suggest to someone who is getting to know Tolkien and wants to learn about the elven language?
First and foremost learn English of course. Tolkien wrote about the grammar and use of the Elvish languages in English only (with once in a while giving explanations in Latin, Old English or even French); and study Linguistics too. Tolkien did not write for the casual reader; for example he wrote things like: “A primary distinction in Eldarin was between Basic Verbs and Derivative verbs. Basic verbs were usually (originally probably always) of the monosyllabic KAL-stem-form. They required no suffix to denote their verbal function, and no extraneous affix intervened between their stem and the definers of tense”. You must have studied linguistics to understand the meaning of that text and of “monosyllabic”, “suffix”, “affix”, “stem”, “tense” and to know what a “KAL-stem” is you must even have studied “Elvish terminology” as well; fortunately that part has been published, so we know exactly what a KAL-stem is. Not easy. This is why some “fans”, instead of studying Tolkien’s writings and linguistics, pretend that Tolkien never wrote grammars of Elvish or changed his mind constantly, and so they can do what they want with Elvish, invent their private Neo-Languages; they do it is mostly because they don’t understand what Tolkien wrote. And you can also read online an article in Italian about all this “Cosa sta succedendo alle lingue elfiche?”.

10. Did you become a linguist thanks to Tolkien influence or did you get involved with elven because you had a previous interest with languages? And since you are a linguist, have you ever tried or thought about trying to create your own language?
Yes, I became a linguist because I wanted to study Tolkien’s Constructed Languages in 1981-1982. I had a deep interest in languages being raised in a family in which several languages were spoken (Ukrainian, Polish, Russian, Yiddish, and German) and at the age of 19 I had already lived in five countries. I had to learn a few languages myself but I never tried to create my own constructed language. I prefer to study them instead.

11. Are you working on something right now?
I’m working on the second edition (improved and corrected) of my Italian book “Lingue Elfiche” about Quenya and Telerin. It was published more than ten years ago. It really needs a total makeover! I’m also writing a book in English about Tolkien and his Constructed Languages. A broad-spectrum book in which I will try to explain how Tolkien worked and why he constructed so many very complicated languages. And last but not least, I’m working right now with a team of International typographers and designers on a new and complete functional set of Tengwar Fonts. I should soon present my project on Kickstarter.

We wholeheartedly thank Edouard for his super interesting answers, and we will follow with pleasure all his future projects!

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