Quando l’oscurità più profonda si risveglierà la sola risposta degli eroi di Azura non sarà sufficiente poiché il primordiale tra i mali potrà essere fermato soltanto dalla sua antica nemesi a meno che le trame del fato scrivano, per la luce, un destino diverso.
La giovane Nathee di Glace, un pacifico villaggio nell’Impero di Shantia, assiste a un fenomeno mai visto prima: luminosi e potenti raggi lunari sui Monti della Luna innalzano improvvisamente un maestoso muro d’acqua all’interno del quale giace, incredibilmente, un neonato custode di grandi poteri. La donna – spaventata ma coraggiosa – preleva il piccolo e, con un enorme atto d’amore, opta per una scelta decisamente coraggiosa: decide di accudirlo, lo rende suo figlio modificando il corso degli eventi e sancendo un nuovo destino per il mondo di Azura, anche se a sua insaputa. Il segreto di Nathee non potrà però restare a lungo celato poiché vi sono forze antiche e potenti che ardono nell’ombra in attesa di una vendetta. Alaran, questo è il nome del piccolo, cresce e diventa un uomo giusto che scoprirà di avere una missione importante, molto più grande di se stesso e del mondo intero il cui inizio macera nel silenzio immerso nelle forze oscure che attendono il momento perfetto per entrare in azione. Un pericolo incombente aleggia infatti sui destini del mondo e proprio su Alaran, Paladino dei Cieli, grava il peso e il futuro di numerose vite. Lo attende un cammino fin da subito pregno di gravose difficoltà a cui lui è assolutamente impreparato.
La narrazione si apre con un’incredibile e minuziosa descrizione della creazione dell’universo generato dalla volontà della Dea Eternità che si scinde per dare vita al tutto. Si assiste alla creazione di Azura da parte dei quattro Elementali Primordiali, Titani nei quali s’identificano i caratteri e i desideri di Eternità, l’unica e prima Dea creatrice dell’antico Universo. Dalla ricerca di un’identità, al volgere della luce e delle tenebre, si giunge all’unione fisica degli Elementi con cui nasce non solo Azura, ma anche un quinto Primordiale costituito di pura energia elementale: Huran’us, Il Primordiale delle Tempeste. A completarne l’essere, però, nel tempo è una quinta essenza: l’odio nascente e sempre più forte per i quattro Titani che, costretti al ritorno sui loro piani esistenziali, lo abbandonano al proprio destino.
Vediamo la nascita del Bene e del Male quali entità interdipendenti e fra loro necessarie per mantenere equilibrio e armonia la cui lotta degenererà per la necessità di un confronto che darà vita a un luogo fisico per rendere possibile lo stesso.
Quando il nulla era ciò che di più reale esistesse, vi era solo Eternità. Vagava, espandendosi e generando ciò che in seguito sarebbe stato conosciuto con il nome di Universo. […] I confini dell’Universo continuavano ad ampliarsi, i suoi orizzonti scorrevano come un cilindro di grafite inesauribile su un foglio bianco privo di contorni: e più l’infinito cresceva, più l’anima di Eternità vibrava, non arrendendosi all’idea di essere unica, abbandonata a sé stessa, di essere amaramente perfetta. La sua essenza, errando in quello spazio senza limiti e in quel tempo privo di alcun valore, prese a desiderare ardentemente di poter condividere il suo creato con un’altra anima: il desio mutò nella strenua e semplice necessità di poter vedere, toccare e assaporare la sua creazione, così enorme ma altrettanto piccola tra le sue eteree mani.
Una bellissima cosmologia dell’universo racchiude una serie di immagini suggestive che suggeriscono la potenza nascosta nella creazione che, inevitabilmente, genera anche amore e odio, bene e male, luce e oscurità quali forze indispensabili per l’armonia del tutto.
Un racconto epico che parla di potenze ancestrali, di eroi e poteri oscuri, di incantesimi e magie, di gloriose discendenze, di uomini coraggiosi e di segreti antichi di un mondo in bilico sulla punta di una lama nera che si mantiene saldo a un precario equilibrio assottigliato da un’ombra che sta radunando i suoi eserciti.
“Il Kyls’ahr, Il figlio dei cieli” di Marco Volpe non è una semplice storia fantasy e non può essere racchiusa in un solo genere perché tocca diverse tipologie di argomenti ed elementi che mostrano un richiamo ad aspetti creazionistici, religiosi e relativi a leggi eterne che dominano il mondo dell’uomo. Nel suo evolversi, la saga narra dell’epico viaggio di Cosmo, il Figlio dei Cieli dalle gloriose ascendenze, in un Universo volto al tracollo degli Elementi e in balia delle efferatezze di pericoli primordiali. I personaggi sono fortemente caratterizzati e definiti psicologicamente riuscendo quindi a coinvolgere il lettore nelle loro vicende, a entrare nel cuore di chi legge e lasciarlo bollire in attesa di scoprire i destini che li attendono, soprattutto Nathee che cattura per il suo spiccato lato umano.
Il linguaggio, curato e sintomatico di un’ottima abilità linguistica capace di creare il più adeguato incantesimo stilistico, risuona nell’eco della storia narrata che ben si adatta allo stile e alla trama della stessa aprendo a un mondo mistico e magico custode di verità esistenziali. Verità che si trovano in balia di uno dei più classici temi di racconti epici, il più ricorrente e assolutamente mai scontato tema che, in realtà, è proprio di ogni uomo: la lotta tra il bene e il male, tra la luce e l’oscurità che dominano le fila del destino di un intero universo. Inoltre, sono ben presenti dei richiami allo stile del maestro Tolkien – assonanza intesa nella sua accezione più che positiva che si evince nella creazione di un nuovo universo, di un differente linguaggio e di quegli elementi propri di un fantasy classico. Il testo ha vinto la V edizione del Premio Nazionale Letteratura Italiana Contemporanea.
O’narei nala di yensirley, o’narei lainar di vitarisley: orlas nèphir iis kryonvil huran’nar fyl ærrorenley! Non più alba a rischiararli, non più sera a rinsavirli: solo eterna e gelida notte tempestosa per terrorizzarli!
Booktrailer: https://www.youtube.com/watch?v=lfpig1Lt-1Q