E se l’esistenza stessa dei mondi dipendesse da un filo sottile dal precario equilibrio? Sette eroi dal retaggio totalmente contrastante compongono la rosa dei protagonisti del primo volume del fantasy corale di Giovanni Magliulo: sette eroi provenienti da dimensioni, epoche, culture e ambienti diversi con differenti ruoli sociali si ritrovano catapultati in un mondo nuovo ed estraneo, il regno di Duryan governato da re Auriel, grazie alla magia di Eris.
Il potente mago, in punto di morte, decide di convocare questo gruppo in apparenza male assortito e incapace di comunicare per assegnargli un compito di vitale importanza. Le istruzioni sono semplici: i campioni designati – i motivi della cui scelta, per ora, restano sconosciuti – hanno il compito di raggiungere il regno di Nargorn governato dal sovrano Wizen che ha intenzione di manipolare la materia in modo da fondere le dimensioni allo scopo di scatenare il caos nella realtà e aprire e controllare le porte che fanno da tramite tra i mondi. Il gruppo è costretto ad abbandonare le sconosciute terre di Duryan per addentrarsi nel ancor più ignoto regno di Nargorn affrontando svariati pericoli – come strane creature e nemici celati che potrebbero incontrare sul loro cammino. Una missione, quella impartitagli, che sono costretti ad accettare poiché scoprono di essere tra loro uniti da un legame indistruttibile e forgiato nella magia che fa dipendere la vita di ognuno da quella dell’altro: la morte di uno dei componenti causerebbe la morte dell’intero gruppo. Questo causa una convivenza forzata e difficile alla quale non si abituano con semplicità causando non pochi ostacoli lungo il percorso, in apparenza quasi impossibile date le profonde divergenze che corrono fra loro.
Zuma guardò l’elmo di Caos e il diavoletto appollaiato sulla sua spalla.
«Mi chiamo Berius», disse il mostriciattolo.
«Cosa sei?», chiese Centurio.
«Un imp».
Zuma inarcò le sopracciglia. «Un diavolo minore, dell’Ottavo Cerchio».
«E questo che significa?», chiese Butch.
«Niente di particolare. L’Ottavo Cerchio è il nome della mia regione d’origine. Il mio mondo si chiama Egrabut».
«E tu?», chiese Centurio rivolgendosi al cavaliere.
«Il suo nome è Caos», disse Berius.
Lo sguardo interrogativo di Centurio passò da Zuma a Caos.
«Non puoi parlare?».
Le nere fessure dell’elmo fissarono il volto accigliato del gladiatore.
«Sono io la sua voce», rispose l’imp.
Ma quali sono questi eroi? Possiamo trovare Centurio, gladiatore valoroso proveniente dall’epoca romana durante il periodo dell’imperatore Domiziano che ha il grande desiderio di far echeggiare il proprio nome nei secoli e Caos, il misterioso cavaliere nero seguito dal sempre presente Berius, un diavolo minore, e la cui umanità resta un interrogativo non svelato. Caos, infatti, non mostrerà mai ai compagni d’avventura il proprio volto e non interagirà mai con nessuno di loro. Sarà Berius a parlare in sua vece; insieme risultano essere una coppia enigmatica dall’animo tetro e corrotto. Vi è poi Zuma, capo tribù africano esperto di caccia e portatore di saggezza dal coraggio indiscusso, Butch, operaio del Nevada amante di risse che si rivela essere l’anello debole della compagnia poiché abituato alla comodità della vita moderna e non avvezzo alle avventure pericolose e ai combattimenti, Karma, chiamata inizialmente “Lei”, un rettile dalle pericolose capacità che riesce a prendere parte alla missione grazie a quell’istinto animalesco che le permette di comprendere quanto la sua vita dipenda dagli altri eroi e dall’esito della missione, Elavh, unica donna del gruppo, è un’esperta di veleni dal carattere irascibile, imprevedibile e poco affabile e, infine, vi è Gork, orco spietato e animalesco che odia gli umani (di cui tra l’altro si nutre) e fedele al dio Gorush, una divinità massacratrice. Il loro precario equilibrio e la profonda diversità di opinioni e modi di vivere metterà ripetutamente la vita del gruppo a rischio e, di conseguenza, in pericolo l’intera missione e la salvezza dei mondi. Le descrizioni dei luoghi, delle battaglie – dettagliate e cruente – e delle abitudini proprie delle società descritte rivelano una profonda ricerca che si nasconde tra pagine ricche di elementi fantastici (ambientazioni, società, modi di pensare e creature descritte) e dimostrano una forte caratterizzazione dei personaggi principali che rendono l’opera affascinante per gli amanti del genere fantasy.
«Anche se questo porterà alla morte di altri innocenti?» .
«Sì», disse Centurio.
Lo sguardo di Elavh incontrò quello di Butch.
«E tu?», gli chiese.
Lui sembrò spiazzato dalla domanda. Aprì la bocca e la richiuse, poi distolse lo sguardo.
«Siete porci ed egoisti per natura», disse Elavh e si allontanò a testa bassa nella foresta.
«Aspetta!», le urlò dietro Butch e la seguì.
«Vattene», disse lei continuando a camminare.
Lui la afferrò per il gomito ma Elavh si voltò di scatto e lo schiaffeggiò. Butch si portò una mano al viso.
«Anche volendo, non posso fare niente».
«Se non scegli da che parte stare rimarrai nella tua ignavia e dipenderai sempre dagli altri. Se vuoi sollevarti dalla meschina condizione in cui vegeti comincia a fare ciò che ritieni giusto».
Butch sbatté le palpebre e rimase a fissarla mentre si allontanava.
Giovanni Magliulo con maestria è riuscito a rendere realistica la sua storia, Seven Dreams, nella quale tutti i personaggi descritti risultano non solo diversi ed originali, ma anche unici e fondamentali nel determinare gli eventi sui quali ruota il destino dei singoli e del gruppo stesso. Difatti, particolarmente coinvolgente risulta la scelta di legare la sorte di ognuno di loro alla vita degli altri, così da rimarcare la coerenza della storia che altrimenti non ci sarebbe stata, considerando le varie sfaccettature caratteriali di ognuno di loro e differenti al punto tale da impedirne in condizioni normali la convivenza.
Già il primo capitolo cattura ed intriga il lettore, grazie non solo all’intreccio narrativo ma soprattutto per gli svariati colpi di scena, che stimolano a soddisfare la propria curiosità di conoscere la storia continuando con il fiato sospeso la lettura.
La sua espressione si addolcì quando riportò lo sguardo sul profilo di Elavh.
«E poi lei mi pulì le ferite e si occupò di me. In fin dei conti non ero solo. C’era qualcuno che provava nei miei confronti, se non affetto, almeno empatia. Parlo di quella naturale comprensione che si prova verso qualunque essere umano. Quella che sembra mancare a tutti tranne che a lei».
Zuma lo osservò passarsi i palmi delle mani sulle palpebre chiuse.«Ma ho capito che la solitudine mi stava portando ad aggrapparmi a un appiglio che in realtà non esisteva. Perché, in fondo, anche lei è molto più simile a voi che a me».
In conclusione, vi consigliamo questo romanzo proprio per i suoi differenti punti di forza: la presenza di uno stile narrativo semplice ma mai banale, personaggi molto diversi ma ben strutturati psicologicamente, descrizioni dettagliate.
Buona lettura!