Ci sono diversi momenti importanti nella vita di uno scrittore, uno di questi è sicuramente il momento in cui ci si trova il proprio libro stampato tra le mani. È il momento della gioia e della soddisfazione verso il proprio lavoro che, finalmente, ha preso forma. Un altro momento importante, ma che genera ansia negli scrittori specialmente più giovani, è quello in cui si legge una recensione. Il pensiero che gli altri colgano ciò che si è voluto dire, che lo apprezzino anche se ha qualche difettuccio, è ricorrente. Tuttavia vogliamo tranquillizzare Dario G. Medeiros perché “Auhthur – L’ascesa del Domithrill” è davvero un buonissimo romanzo fantasy. Nella trama ritroviamo i grandi tópoi letterari del genere fantasy:
Rhei, alla ricerca del padre mai conosciuto, dovrà percorrere un viaggio alle porte di un nuovo mondo: Aunthur; un viaggio alla scoperta degli Dei e dei loro figli. Un viaggio alla scoperta dei suoi poteri e dei segreti tramandati dai suoi antenati. Ma dovrà affrontare una dura ed oscura verità, una benedizione e una maledizione allo stesso tempo. Qualcosa che potrebbe salvare o distruggere le sorti di Aunthur. Durante il viaggio, Seelen, Aidan, e Rhei saranno costretti a ricongiungere i frammenti di un potente ed oscuro artefatto senza conoscerne la natura.
Perché gli Ombrhal’mir, figli del Dio Oscuro, lo bramano tanto?
Riuscirà Rhei a colmare la millenaria assenza del leggendario Domithrill e riportare equilibrio su Aunthur e l’universo?
Benvenuto su un nuovo mondo.
Benvenuto su Aunthur, Viaggiatore.
Eccoci, dunque, alle prese con un romanzo molto classico nel suo genere, dove la lotta tra Bene e Male, tra Luce ed Oscurità, la fanno ovviamente da padroni. Il protagonista, Rhei, è un ragazzo che vive come un comune coetaneo, con i dubbi e le incertezze tipiche della sua età, i suoi problemi così quotidiani, come ad esempio il trovare un lavoro sicuro e stabile, fatti che lo rendono immediatamente vicino a tanti ragazzi di oggi, ed è impossibile non sentirsi empaticamente vicini a lui. Ma non sarebbe un vero e proprio romanzo fantasy se la sua esistenza non venisse sconvolta dalla scoperta della sua vera identità. Questo porta Rhei ad un viaggio verso un nuovo mondo, Aunthur appunto.
Quest’ultimo, un pianeta nato dall’unione di sei Divinità che scelgono i propri figli in base al cuore e alle loro ambizioni. Sono ormai diecimila anni che nessuno viene scelto dal Dio Oud’Anthrill, ma l’avvento di Rhei sta per cambiare ogni cosa. I figli del Dio Oscuro Nyha’Gunt si stanno muovendo nell’ombra, e la Dea Novas’Thal sta tramando anch’essa, ma agli Dei è stato negato di interagire con gli aunthuriani. Ora che gli Dei stanno riacquistando nuovo potere, Rhei conoscerà un male che va oltre l’immaginabile.
L’autore riesce a costruire la sua narrazione grazie ad un forte potere evocativo che si trasmette in parole, permettendoci di sentire nitidamente odori e suoni dei luoghi in cui i suoi personaggi si trovano. Ogni tanto la sua penna pecca in eccesso, cadendo in qualche ridondanza stilistica, ma sono errori che gli vengono perdonanti facilmente per la giovane età e per il semplice fatto che il materiale alla base è veramente molto, molto buono. Andrebbe rivisto probabilmente anche l’editing, e questo consiglio lo diamo per migliorare la qualità della lettura di un romanzo così godibile che sarebbe un peccato perdersi per ragioni ininfluenti sulla trama.
Restiamo in attesa pertanto del seguito annunciato e siamo sicuri che non smentirà le attese e le promesse che già questo primo capitolo della trilogia ci ha lasciato.