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BREVE GUIDA ALLA VISIONE DI “HARRY POTTER E IL PRIGIONIERO DI AZKABAN”

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban” (Harry Potter and the Prisoner of Akaban) fu distribuito in contemporanea mondiale il 4 giugno 2004 ed è l’unico film della saga diretto da Alfonso Cuarón.
Columbus inizialmente aveva firmato per dirigere tutti i film della saga, ma si rese conto che il progetto era troppo impegnativo e avrebbe perso la crescita dei suoi figli, pertanto rinunciò pur restando come produttore. Alla fine di questo film scelse di abbandonare totalmente il progetto “Harry Potter”. Furono diversi i registi considerati, tra cui Guillermo del Toro, ma alla fine, nonostante alcune riserve, il film andò ad Alfonso Cuarón e la Rowling ne fu entusiasta. Il cambio di regista costituisce la principale novità di questo film e ad essa sono legati una serie di cambiamenti che caratterizzeranno il resto della saga. Innanzitutto scopriamo un mondo fuori dalle mura del castello di Hogwarts: da questo film in poi compariranno nuove location come ad esempio il villaggio di Hogsmeade, inoltre il Platano Picchiatore viene trasferito al di fuori delle mura del castello e viene introdotta la torre dell’orologio (prima era una semplice torre) con il suo cortile diroccato, il ponte di legno e il cerchio di pietra da cui si può raggiungere la casa di Hagrid, che viene spostata alla base di un pendio. Vengono infine modificate le guglie poste sulle due torri campanarie e sulla torre centrale del castello.

Non sono queste le uniche modifiche introdotte nel film di Cuarón. Vengono infatti ridisegnate le divise scolastiche e lo si può notare dai cappucci dei mantelli, dove la stoffa all’interno è del colore della casa di appartenenza, dalle cravatte e dalle sciarpe (nei primi due film c’era un motivo a righe formato dall’alternanza dei due colori principali, a partire da questo in poi, sono invece di un solo colore con righe sottili del colore secondario), e dagli stemmi delle case appuntati sulle divise, che sono leggermente più piccoli e più elaborati. Sempre al regista dobbiamo la scelta di inserire un coro che accoglie gli studenti al loro ingresso nella Sala Grande e la decisione di cantare “Double, Double Toil and Trouble”, tratta dal Macbeth di William Shakespeare. Come vi avevamo anticipato nello scorso articolo, uno dei professori cambia totalmente look: il professor Vitious, rappresentato come un folletto nei primi due film, passa ad essere più simile ad un nano, con l’aspetto più giovane ed i capelli a caschetto.

In generale l’impronta del film riflette la vita quotidiana di un gruppo di maghi tredicenni, vediamo le divise più disordinate, vediamo scene di vita di gruppo nei dormitori, i ragazzi vestiti sempre più spesso in abiti “babbani” e l’atmosfera in sé è meno fiabesca e più realistica. Alfonso Cuarón, il giorno in cui conobbe Daniel, Emma e Rupert, chiese loro di scrivere un breve componimento su ciò che pensavano del loro personaggio: Emma scrisse un saggio di dieci pagine, Daniel un foglio striminzito e Rupert assolutamente nulla.

Il film si caratterizza anche per il gran numero di nuovi ingressi nel cast, tra i personaggi più importanti. Oltre alla sostituzione di Sir Michael Gambon nei panni di Silente, abbiamo l’ingresso di Emma Thompson (idolo di Emma Watson) nei panni di Sibilla Cooman, di David Thewils in quelli del Professor Lupin, di Timothy Spall in quelli di Peter Minus, di Julie Christie che impersona Madama Rosmerta e, last but not least, di Gary Oldman che da il volto e l’aspetto all-amatissimo Sirius Black. In un’intervista, contenuta negli extra della versione home video, Oldman, che accettò la parte perché era da molto che non lavorava raccontò che, appena ottenuto il ruolo, telefonò a suo figlio, fan della saga, per comunicargli la notizia dicendogli “Indovina un po’ chi ci sarà nel prossimo Harry Potter?” ed il figlio impassibile: “Non so…Harry Potter?!?”. Daniel invece dichiarò che era molto emozionato a dover recitare con il suo attore preferito.

Tra le curiosità ed i fatti strani accaduti sul set, ricordiamo ad esempio il piccolo incidente successo a Daniel durante la scena del combattimento con i Dissennatori, in cui per la concentrazione e la tensione il giovane attore si dimenticò totalmente di respirare ed ebbe un piccolo svenimento. Una serie di piccoli incidenti capitò anche nelle moltissime scene in esterna, poiché tutta la troupe dovette trasferirsi in Scozia per ragioni di realismo paesaggistico, ma tutte le stradine erano ricoperte di ghiaia e gli attori scivolavano molto frequentemente. Invece, per completare il trucco di Lupin-lupo mannaro occorsero ben 6 ore e le lenti indossate da Thewils gli impedivano completamente di vedere. Sempre per quanto riguarda i costumi, Matthew Lewis, alias Neville Paciock, per tenere il suo aspetto un po’ “sfigato” dovette indossare una dentiera e scarpe di ben due misure più grandi, mentre l’attore che interpreta Dudley, che aveva perso molti chili, dovette indossare una tuta “ingrassante”. Non dimentichiamoci di Fierobecco: il “piccolo” amico di Hagrid, durante tutto il film è stato semplicemente un becco finto attaccato ad un bastone. Inizialmente il regista aveva chiesto che l’aspetto dell’animale assomigliasse a quello di un cucciolo, successivamente ha cambiato idea e il risultato è riscontrabile nel film.

Le scene più difficili da girare sono state quelle della Stamberga Strillante, poiché non erano presenti luci naturali, pertanto si dovette ricorrere a dei buchi nel legno che permettessero alla luce di filtrare.

Questo film è ritenuto da una gran parte del fandom potteriano il migliore della saga e chi vi scrive è assolutamente d’accordo. Voi cosa ne pensate? Scrivetecelo nei commenti! Per questa settimana è tutto, ma come sempre una piccola anticipazione per la settimana prossima: per la scena della seconda prova del torneo Tremaghi fu costruita una piscina con 500 metri cubi d’acqua, quasi quanto una piscina olimpionica!

BREVE GUIDA ALLA VISIONE DI “HARRY POTTER E IL PRIGIONIERO DI AZKABAN” was last modified: Marzo 21st, 2018 by Marianna Piras
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