Roberto Fontana, classe ’56, nasce a Torino. Laureato in Ingegneria nucleare, insegna Matematica e Fisica nelle scuole superiori. Appassionato di letteratura fantasy, si è dedicato allo studio delle opere di J.R.R. Tolkien, analizzando la geografia, i miti, gli usi e i costumi dei popoli della Terra di Mezzo. Ha collaborato alla traduzione de “La trasmissione del pensiero e la numerazione degli Elfi di Tolkien” (2008). Ha pubblicato, insieme a Mauro Ghibaudo, “Essecenta: i nomi della Terra di Mezzo” (2009).
Esperto dei sistemi di scrittura elfici, organizza corsi di calligrafia in Tengwar e workshop sulla scrittura degli Alti Elfi. Già moderatore del forum Granburrone.com, nel 2002 ha contribuito alla costituzione dell’Associazione Culturale Granburrone, di cui è stato presidente. Alcune sue opere calligrafiche sono state esposte in diversi musei nazionali e internazionali, sia in mostre temporanee che acquisite in via definitiva.
Dopo le innumerevoli traduzioni e pubblicazioni, nel 2010 ha prodotto una vera e propria guida turistica sul mondo Tolkieniano, “Guida per viaggiatori nella Terra di Mezzo” e nel 2015 ha pubblicato il suo primo romanzo fantasy, “Le Guerriere Drago”. Nel 2017 pubblica infine la raccolta “Le avventure di un calligrafo”, nella quale ha cercato di far convivere le sue più grandi passioni: l’amore per la calligrafia e quello per il fantasy.
Oggigiorno collabora con numerose associazioni culturali dedicate al maestro Tolkien, tra cui l’Associazione Italiana Studi Tolkieniani (AIST).
1. Appassionato di fantasy, scrittore, insegnante, esperto di lingua Quenya e calligrafo specializzato nel sistema Tengwar: chi è Roberto Fontana?
Tutte queste cose! Pur essendomi formato nel campo scientifico (sono ingegnere nucleare) ho sempre cercato di mantenere la mente aperta a ogni tipo di stimolo culturale. La mia prima passione è stata per la fantascienza (nella mia biblioteca casalinga possiedo circa 1300 libri di (Science Fiction), da lì al fantasy il passo è stato abbastanza breve…
2. Come nasce la tua passione per J.R.R. Tolkien?
Come ti ho già detto, da ragazzo amavo la fantascienza. Poi, verso il 1983, ho letto il mio primo libro di Tolkien e sono rimasto folgorato sulla via di Damasco…Mi sono innamorato di Tolkien e non l’ho più abbandonato. Inoltre, ho iniziato a leggere anche altri autori fantasy.
3. Cosa ti ha particolarmente affascinato del mondo ideato dal maestro?
Sono molte le caratteristiche dei romanzi di Tolkien che mi hanno affascinato. Dal punto di vista stilistico, l’estrema coerenza dei mondi creati dall’autore dove ambientare le vicende delle storie narrate. Non per niente Tolkien è stato il teorizzatore dei mondi secondari, delle sub-creazioni. Poi, non meno importante, i valori presenti nella sua narrativa. Il Signore degli Anelli è uno dei pochi romanzi, sia fantasy che d’altro genere, dove il “tesoro” deve essere buttato via, distrutto, e non conquistato. C’è il rispetto per gli altri, i diversi, c’è la bellezza del sacrificio per i propri amici, c’è persino un’analisi ante litteram dell’insoddisfazione femminile…cosa vogliamo di più?
4. Cosa ti ha spinto ad intraprende questi studi con tanta dedizione?
La bellezza delle lingue e degli alfabeti creati da Tolkien. Studiandoli, si comprende subito che non sono stati concepiti da un dilettante, ma da un profondo conoscitore delle lingue e dei meccanismi sottostanti alla teoria del linguaggio, nonché un fine calligrafo.
5. Quale pensi sia stato il “segreto” che ha portato Tolkien ad essere uno scrittore senza tempo ed età?
Aver proposto dei temi sempre attuali, oserei dire “eterni”: la lotta fra il bene il male, il valore del sacrificio, dell’amicizia, dell’amore. Se poi pensiamo che il gruppo che è riuscito a sconfiggere il più potente malvagio della storia era formato dagli appartenenti a cinque razze diverse, mi fa chiedere come sia possibile che qualcuno abbia definito Tolkien un razzista.
6. Hai approfondito lo studio degli usi e costumi, della geografia nonché di tutti i miti appartenenti all’immaginario Tolkieniano: qual è la cosa che ti ha maggiormente appassionato?
Come potete ben immaginare, le lingue e gli stili di scrittura. Quenya, Sindarin e Tengwar sono ormai diventati il mio campo preferito di studio.
7. Dopo innumerevoli traduzioni e pubblicazioni, nel 2010 hai pubblicato una vera e propria guida turistica sul mondo Tolkieniano, “Guida per viaggiatori nella Terra di Mezzo”. Quanto è stato difficile, ma anche gratificante, lavorarci?
Più che altro è stato divertente. Mi sono veramente entusiasmato e divertito a pensare e creare una “guida turistica” sul mondo tolkieniano. Ovviamente mi sono dovuto leggere tutta la produzione di J. R. R. Tolkien, non solo quella pubblicata in Italia ma anche quella in lingua originale non ancora tradotta (qualcuno ha presente i 12 volumi della History of Middle-earth?). Poi ho cercato di realizzare quella che si potrebbe chiamare un’opera di “reverse engineering”. Nelle opere di Tolkien, la descrizione paesaggistica, naturalistica, etnografica e sociologica è presente come uno sfondo sul quale si dipanano le vicende narrate. Io ho capovolto la situazione: lo scenario è completamente occupato dai precedenti elementi, con indicazioni e suggerimenti a un turista che voglia avventurarsi in questo mondo fantastico, narrando anche la storia dei luoghi da lui visitati. Mi sono particolarmente divertito a informare sulla durata di qualche “passeggiata” (100, 200 anni?) e sui periodi in cui era meglio non visitare certi siti pericolosi…
8. La suddetta guida identifica tre ere principali e la quarta era, che ha inizio col termine delle vicende narrate ne Il Signore degli Anelli. Questa Guida suggerisce a ogni lettore una meta, un viaggio che hai arricchito con delle cartine. Qual è la meta che più ti è piaciuta narrare? E quale quella che vorresti visitare di più?
La meta che senza dubbio preferisco è la Contea. E chi non vorrebbe andarci? Si mangia, si beve e si fuma bene fra gente simpatica! Però ho anche aggiunto dei consigli al turista per non far brutta figura se fosse invitato a una festa…di compleanno!
9. Sei il più importante calligrafo e conoscitore del Tengwar, la scrittura degli Alti Elfi: quale è stata la difficoltà maggiore durante lo studio della stessa?
Non esageriamo…Parlando dell’Italia, forse nella calligrafia sono in questi anni quello un po’ più “visibile”, di certo nella lingua ci sono molti altri esperti, alcuni anche di livello maggiore rispetto a me. Le difficoltà sono state di tipo “tecnico”: non essendo lingue vere, non sono mai state “vive”. Questo vuol dire che le uniche fonti attendibili sono gli scritti di Tolkien, che la famiglia lascia uscire un po’ alla volta, costringendo gli appassionati a una continua revisione delle conoscenze. Inoltre, il lessico e le regole sintattiche a nostra disposizione non sono complete, quindi lo studio rimane sempre parecchio incompleto.
10. Sei anche un insegnante: cosa vuol dire insegnare in elfico?
Per la verità non insegno “in” elfico…sarebbe troppo complicato! Durante le manifestazioni fantasy o in occasioni di altri eventi particolari, tengo solitamente dei workshops, o laboratori, se preferisci, dove insegno a scrivere nell’alfabeto Tengwar, facendo anche esercitare i corsisti.
11. Nel 2015 hai pubblicato il primo romanzo fantasy, “Le Guerriere Drago”. Cosa ti ha ispirato?
Ovviamente, il mio amore per Tolkien, e le centinaia di opere fantasy, anche di altri autori, che ho letto durante la mia vita. A un certo punto, quando leggi molto, ti viene anche voglia di scrivere. E così io mi sono messo a scrivere fantasy ricalcando le orme dell’autore che amo di più…indovina quale?
12. Ci piacerebbe se ci raccontassi un aneddoto che ti è rimasto in mente della tua carriera artistica.
Fino a qualche anno fa, ero il presidente di un’associazione culturale tolkieniana, che si chiamava Granburrone. Spesso ricevevo posta e pacchi a casa mia, a nome dell’associazione. Un giorno mi si avvicina il postino e mi chiede: “Buongiorno, vedo che riceve spesso corrispondenza per questa associazione, Granburrone. Di cosa si occupa, bunging jumping? Io sono un appassionato di questo sport!”.
13. Nella vita di tutti i giorni insegni matematica e fisica, completamente differenti dall’ambito letterario e nello specifico fantasy. Come riesci a conciliarli?
Spesso mi viene fatta questa domanda. A tutti coloro che me la pongono, chiedo: “Voi avete mai visto un atomo, un elettrone, un quark? Eppure credete nella loro esistenza!”. Ecco, vedi, secondo me, chi non è capace a immaginare un atomo, non potrà mai vedere un elfo o un hobbit…
14. In conclusione, a cosa stai lavorando in questo momento?
Come di mia abitudine, parecchie cose. Dal punto di vista editoriale, ho appena terminato di scrivere il secondo libro delle “Guerriere Drago”, che s’intitolerà “Lo spirito del Drago”; penso che sarà disponibile in anteprima entro la fine dell’anno. Quindi, ovviamente, mi metterò subito all’opera per il terzo e ultimo volume della serie. A ciò si aggiungono le mie produzioni calligrafiche, sia per clienti privati, sia in occasione di mostre e manifestazioni. Tuttavia, a breve, metterò in cantiere qualcosa che unirà entrambe le mie passioni e che mi viene richiesto a gran voce da moltissimi appassionati: un manuale di scrittura Elfica!