Tiziano Grigioni, classe ’94, romano. E’ un illusionista, carto-mago e esperto manipolatore, considerato nel nostro Paese la stella nascente della magia italiana. Come ci ha raccontato nell’intervista che segue, fin da piccolo si appassiona di tutto ciò che concerne il mistero, ma l’ispirazione giunge dalla saga “Harry Potter” scritta da J.K. Rowling. Sarà questo viaggio attraverso la magia creato dalla Rowling a indurre Tiziano ad intraprendere questa strada. Oggi divenuto il suo lavoro. All’età di 15 anni comincia il percorso accademico all’interno del Club Magico Italiano (C.M.I.), nella sede a Roma, coltivando al contempo lo studio del canto, della recitazione nonché delle performance. Inoltre, per poter essere un’artista a 360°, contemporaneamente studia l’arte del mimo. Considerate le naturali doti artistiche, entra giovanissimo nel cast della “Gang of magic”, resident show del Teatro Alba di Roma. Quest’ultimo, un traguardo importantissimo, soprattutto perché Tiziano è il più giovane della stessa compagnia. Nel 2015 la svolta per la carriera, infatti esordisce col suo primo one man show “Appeso ad un filo”, con la regia di Raffaele Fracchiolla e la consulenza di Davide Calabrese. L’anno successivo entra a far parte dell’agenzia “Suomi”, debuttando al Teatro Manzoni di Milano come manipolatore e partner di Vanni De Luca in “PRODIGI”. Lo spettacolo attualmente in tournée in diverse città italiane è previsto per tutto il 2017 (qui puoi trovare i biglietti Ticketone). Tante caratteristiche lo contraddistinguono, in primis la sua simpatia, l’approccio alla disciplina, l’autoironia…ma è celebre anche per la sua lunga barba. Difatti, per via della stessa si è aggiudicato il titolo di “Barba più lunga” al Campionato Italiano di Barbe e Mustacchi. Gli anni passano velocemente tra un palco ed un altro, nell’estate 2017, la giovane promessa italiana viene selezionato per rappresentarci al famoso Campionato Mondiale di Street Magic (organizzato da Masters of Magic). Tanti gli accessori che utilizza durante le proprie performance: tutto nel modo più sorprendente e naturale possibile, affinché lo spettatore coinvolto appaia tutto “magico”, inaspettato, reale, come protagonista in primis. Tiziano Grigioni – The Hipster Trickster è un’artista giovanissimo di enorme talento, siamo certi abbia meritato il successo che già ha conquistato ma soprattutto quelli che verranno. Infine, ma non meno importante, considerata la passione e l’amore che lo unisce alla saga letteraria scritta dalla Rowling e che ha segnato l’iniziazione in questo ambito, Tiziano negli anni ha coltivato l’interesse anche sul web, divenendo inoltre amministratore di “Harry Potter Italia”, la web-community italiana su Facebook più attiva di sempre.
1. Ti definisci un illusionista, carto-mago e abile manipolatore. Ma chi sei davvero? Parlaci un po’ di te.
Ciao! In realtà non mi definisco io così, è colpa della stampa che mi elogia troppo! [ride, NdR] Chi è Tiziano? Me lo chiedo spesso anch’io e raramente so rispondere. Tiziano è un ragazzo (giovane, nonostante la barba da veterano) amante dell’arte e della cultura, la cui strada ha cozzato violentemente contro quella di Harry Potter instillando in lui la passione per tutto ciò che è magico e misterioso. Tiziano ha una barba foltissima, marchio che lo contraddistingue, tatuaggi ed un’arrogante pettinatura a cresta. Vedete? È complicatissimo sapere chi sia, anche per me: vi ho detto tutto ma al contempo non vi ho detto nulla.
2. Quando è nata questa tua passione, oggi divenuta il tuo lavoro?
Colpa di Harry Potter, davvero. Avevo 8 anni quando vidi al cinema il primo capitolo della fortunatissima saga nata dalla penna di J.K. Rowling. Da lì in poi fu amore puro. Credo che Harry Potter sia l’argomento che più in assoluto conosco e mi appassiona. Quel periodo stavo vivendo un momento difficile a casa e mio zio mi regalò la classica scatola di giochi di prestigio per bambini perché sulla copertina c’era raffigurato un ragazzino con gli occhiali ed il cappello da stregone simile proprio alla figura del giovane Harry. A distanza di quindici anni da quel giorno, dopo tanto studio e tanta gavetta, sono ancora qua ad incazzarmi su ogni nuova illusione che creo e che all’inizio non funziona come dovrebbe. Sono un eterno ragazzino, cambia solo che ora ho un contratto per una produzione teatrale. [ride ancora, NdR]
3. Come si arriva ai vertici della magia?
Lo sapessi, ci arriverei anch’io! Scherzi a parte, al momento mi sento davvero fortunato e privilegiato: non sono ancora ai vertici della magia (Las Vegas è ancora un sogno nel cassetto) ma sono attualmente impegnato in una tournée nei migliori teatri italiani al fianco di Vanni De Luca e sono rappresentato da due manager d’eccezione, Davide Calabrese e Fabio Vagnarelli degli Oblivion (se non conoscete gli Oblivion vergognatevi, chinate il capo sul pc e cercateli su YouTube!). Come si arriva a 23 anni ad avere due manager ed una produzione teatrale alle spalle? Tanto studio e tanto culo! Ho sempre pensato che il solo studio della tecnica magica non bastasse, che servisse anche altro. Così ho iniziato ad intraprendere percorsi collaterali, fino a capitare tra le grinfie di Alberta Izzo, stimatissima professionista del musical che ha tentato di infilarmi in testa le nozioni del canto, della recitazione e della danza. Caso vuole che suo marito sia proprio il Davide citato prima, che (fatalità) qualche giorno prima che andassi a scuola da Alberta mi aveva visto in scena in un piccolo teatro di Roma ed avesse apprezzato tra tutte proprio la mia performance. Quello è stato il vero primo contatto col mondo del professionismo, un mondo di tasse e di burocrazia, ma anche di teatri fighissimi, di occasioni ed incontri epocali…E di interviste come questa!
4. Quanto bisogna allenarsi per poter raggiungere i tuoi livelli accademici?
Non so quali sono i miei livelli, quindi anche a questa domanda rispondo con difficoltà. Posso però dirvi quali sono gli ingredienti per creare l’Hipster Trickster. Tanta tecnica, ma non troppa. Tanta gavetta. Si, in questo caso troppa ma assolutamente necessaria. Tanto studio delle più disparate discipline. Credo che il mio punto di forza non sia tanto l’abilità nella manipolazione o le idee cervellotiche che si celano dietro i miei “trucchi” quanto più il rapporto empatico che amo creare con ogni spettatore. Qui si che allora bisogna allenarsi tanto, costantemente. Ho avuto la fortuna di essere buttato davanti allo spietato pubblico di Roma sin da bambino, questa è stata la mia vera formazione!
5. Cosa ti ha spinto ad intraprendere questo percorso creativo?
Non potrei fare altro nella vita, dico davvero. Nulla mi rende più felice, più “me stesso” (e più ansioso) di un palcoscenico. Il palco amplifica la percezione che io stesso ho di me, da amante dei fumetti è quello che più di qualsiasi altra cosa mi rende simile ad un supereroe. Non volevo farlo per mestiere, era il mio hobby. Figuratevi che ho il diploma di perito turistico… È stato il destino a metterci lo zampino!
6. Chi è l’artista che ha maggiormente influenzato il tuo percorso personale nonché professionale? Parlaci del tuo mentore.
Da grande voglio essere come Davide Calabrese. Ecco. L’ho detto. Lui non lo sapeva fino ad ora. Ho i miei mostri sacri nel panorama magico internazionale, ho i miei pilastri nella storia dell’arte, ma Davide è ciò che più si avvicina alla mia concezione di artista. Pratico, poliedrico, geniale. Averlo come amico è un onore, averlo come agente è un privilegio di cui non sempre mi sento all’altezza.
7. A cosa stai lavorando in questo momento?
In questo momento sto lavorando ad una cosa che covo da anni. Non dico niente un pò per scaramanzia, un pò per non spoilerare. Diciamo che è una disciplina che in Italia non si vede da un bel pò e potrebbe quindi portare una novità significativa nel mio percorso artistico professionale. Nel mentre c’è la tournée di PRODIGI che va avanti, e vi invito a cercarci sul web per trovare tutte le date aggiornate del tour!
8. Siamo curiosi: prima di andare in scena, hai un rito personale per caricarti?
Si, ma non so quanto convenga parlarne in pubblico. È una cosa un pò personale ed un pò volgare. Diciamo che ripeto a manetta sottovoce delle frasi. Chiamiamolo “mantra”, ecco! Ma quella è davvero l’ultima cosa che faccio prima di andare in scena. Spesso appena arrivo in un nuovo teatro misuro palco e platea a grandi passi, cerco di capire ogni nuovo ambiente ed il modo migliore per muovermici. In PRODIGI passo parecchio tempo in platea a stretto contatto col pubblico.
9. Possiamo definire il mentalismo una disciplina in continua evoluzione. Secondo te, qual è stato il periodo di massima espansione della disciplina?
Boh. Io faccio il manipolatore. Però collaboro con Vanni, che è uno dei migliori mentalisti che abbiamo nel panorama magico italiano. Lui ha riportato in vita un tipo di mentalismo ormai scomparso, quello dei freak e dei fenomeni da baraccone, quello dei grandi calcolatori umani e dei fachiri mescolando tecniche avanzatissime di memoria a pratiche proprie delle arti marziali e dell’automeditazione. Il suo mentalismo non ha trucchi: è solo il frutto di una sua durissima e rigidissima preparazione mentale e fisica. Quindi, seguendo questo ragionamento sì, il mentalismo è in continua evoluzione. È un’arte cangiante e mutevole.
10. Come è nato lo spettacolo “Prodigi”?
PRODIGI nasce da un’idea di Davide, Fabio e Vanni. Scritto lo spettacolo si sono accorti che avrebbero avuto bisogno di un manipolatore che sapesse anche recitare. O di un attore che sapesse anche manipolare, quindi sono stato sottoposto ad un’audizione come per ogni altro spettacolo teatrale e sono stato scelto. Da quel che so, sono sempre stato la prima scelta di Davide, quindi non credo di aver avuto molta concorrenza.
11. Vanni De Luca: com’è lavorare in coppia insieme a lui? Un aneddoto divertente da raccontarci?
Strano. Senza dubbio. Lui non finge, è veramente quello che appare. Studia costantemente, mangia roba super salutare, è inquietante. Ricordo che una volta a cena dopo uno spettacolo predisse, solo osservandone l’atteggiamento, i piatti che avrebbe scelto la coppia seduta al tavolo accanto al nostro. Delle volte è snervante, dico davvero.
12. Cosa consiglieresti ad una persona che vuole intraprendere la tua stessa strada?
Quello che consiglierei ad un ipotetico me stesso più giovane: studia! Studia tanto, studia di tutto. Prima si fa l’uomo e poi l’artista. Ed ovviamente MAI mollare dopo una sconfitta perché solo chi persiste poi vince. Daje!